Razionamento dell’acqua a Palermo: 21 zone colpite
A Palermo è scattato oggi il piano di razionamento dell’acqua, che interesserà 21 zone della città. Il piano prevede che, a seconda dei turni, l’acqua non arriverà una volta ogni 5 giorni, con la fornitura garantita solo il sabato e la domenica. Per ora, il centro storico, i quartieri Uditore e San Lorenzo, e quelli marinari sono esclusi dal razionamento.
Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha dichiarato che la situazione sarà monitorata durante questa fase sperimentale, e che il Comune e l’Amap stanno lavorando per trovare soluzioni a lungo termine, come l’utilizzo di nuovi pozzi e la bonifica del fiume Oreto.
Crisi idrica in Sicilia: un problema diffuso
La crisi idrica non è un problema esclusivo di Palermo, ma colpisce l’intera Sicilia. La siccità, dovuta ai cambiamenti climatici, è aggravata da una rete idrica obsoleta e da una mancata manutenzione delle infrastrutture. In molte zone della regione, le interruzioni dell’acqua sono frequenti, con i cittadini costretti a rimanere per giorni o settimane senza acqua corrente.
Le procure di Enna e Trapani hanno aperto fascicoli d’indagine per fare luce sulle cause della crisi idrica e sulle responsabilità dei gestori delle reti idriche.
Impatto sulla popolazione e sull’agricoltura
La crisi idrica ha un impatto significativo sulla vita quotidiana dei cittadini, che si trovano a dover affrontare disagi e difficoltà nell’approvvigionamento idrico. L’agricoltura e il mondo zootecnico sono anch’essi colpiti dalla mancanza d’acqua, con gravi conseguenze per la produzione agricola e l’allevamento.
Le piogge delle scorse settimane non sono bastate a rimpinguare gli invasi siciliani, che si trovano in condizioni di grave siccità. Le alte temperature e la presenza di sedimenti sul fondo delle dighe e degli invasi, dovuti alla mancata manutenzione, contribuiscono ad aggravare la situazione.
Lo stato degli invasi siciliani
La diga Ancipa ha meno di 2 milioni di mc d’acqua, rispetto ai 12-22 milioni di mc degli anni scorsi. Il Fanaco è praticamente asciutto, così come la diga Leone e la diga Pozzillo.
La necessità di un’azione urgente
La crisi idrica in Sicilia è una questione seria che richiede un’azione urgente e coordinata da parte delle istituzioni. La mancanza di investimenti nella manutenzione delle infrastrutture idriche e la scarsa attenzione al problema della siccità hanno portato alla situazione attuale. È necessario un piano a lungo termine per la gestione delle risorse idriche, che tenga conto dei cambiamenti climatici e che garantisca la sicurezza idrica per la popolazione e per l’economia siciliana.