Un incontro inaspettato tra due anime tormentate
Il film ‘Juniper – Un bicchiere di gin’, diretto da Matthew J. Saville, ci porta in un viaggio emotivo in una casa isolata in Nuova Zelanda, dove l’anziana Ruth, interpretata da Charlotte Rampling, incontra Sam, un nipote diciassettenne interpretato da George Ferrier. Ruth, un’ex fotografa di guerra con una dipendenza da gin, è una figura complessa e tormentata, mentre Sam è un adolescente arrabbiato e con la voglia di morire.
Nonostante le loro differenze, Ruth e Sam scoprono di avere un legame profondo e di parlare la stessa lingua. Il loro incontro diventa un’occasione per entrambi di affrontare i propri demoni interiori e trovare un senso alla loro vita.
Un dramma familiare con un tocco di ironia
Il film, pur affrontando temi duri come la dipendenza, la morte e il dolore, riesce a mantenere un tono ironico e divertente. La frase cult di Ruth, “All’inferno ci sono già”, riassume il suo atteggiamento sprezzante e la sua capacità di affrontare la vita con sarcasmo e lucidità.
Il dramma familiare non manca di un triste happy end, che vede Sam ritrovare la voglia di vivere e Ruth accettare il suo crepuscolo, pur avendo sempre amato l’alba.
Un film ispirato alla vita reale
Matthew J. Saville, il regista e sceneggiatore del film, ha tratto ispirazione dalla sua esperienza personale con la nonna. Quando aveva diciassette anni, sua nonna, che aveva vissuto una vita avventurosa e aveva una dipendenza da gin, si trasferì a vivere in Nuova Zelanda nella casa di famiglia dopo essersi rotta una gamba.
Il regista ha voluto raccontare una storia che affrontasse temi importanti come la vita, l’amore, la morte, il dolore, la vergogna e la mortalità, con un tono divertente e senza sentimentalismo.
Un’analisi profonda dei temi centrali
‘Juniper – Un bicchiere di gin’ è un film che ci invita a riflettere su temi universali come la dipendenza, la perdita, la ricerca di senso nella vita e l’accettazione della morte. Il film non offre risposte facili, ma ci invita a confrontarci con la complessità della vita umana e a cercare la bellezza anche nelle situazioni più difficili.