Indagine in corso per identificare gli infiltrati violenti
Le autorità romane sono impegnate in una serrata indagine per identificare gli infiltrati violenti che hanno scatenato la guerriglia urbana durante la manifestazione pro Palestina di ieri. La polizia sta analizzando attentamente le immagini riprese dalle telecamere della scientifica, scandagliando i video per acquisire elementi utili a dare un volto e un nome ai responsabili delle violenze.
Sotto la lente di ingrandimento gli ambienti anarchici, dei centri sociali e degli ultrà. Si sospetta che alcuni dei violenti possano aver raggiunto la capitale da altre città, sfuggendo ai controlli messi in atto per prevenire infiltrazioni nella manifestazione, vietata dalla Questura.
Fermati e denunciati, ma la caccia ai ‘registi’ continua
Al momento sono quattro i fermati per i disordini: tre sono stati rilasciati e denunciati a piede libero per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre un quarto è stato arrestato. Per lui è stato lanciato un appello sui social per un presidio di solidarietà davanti al Tribunale in concomitanza con il processo per direttissima.
Ma la polizia non si ferma ai fermati. L’obiettivo è individuare i ‘registi’ dei disordini, coloro che hanno coordinato le azioni del gruppo di violenti, tutti travisati e in nero, che hanno scatenato la guerriglia. Si sospetta che questi individui gravitino attorno all’area dei centri sociali del nord, degli autonomi con agganci anche con gli ultrà più violenti.
Fogli di via e controlli rigorosi
Oltre 200 persone sono state allontanate prima dell’inizio della manifestazione durante i controlli effettuati ai caselli autostradali, nelle stazioni e nell’area attorno a piazzale Ostiense. Per 51 di loro è stato firmato un foglio di via da Roma poiché gravati da precedenti per reati contro l’ordine pubblico, mentre 150, per non farsi identificare, hanno deciso di tornare indietro scortati fino al limite di provincia.
Tra i destinatari dei fogli di via alcuni militanti del centro sociale Askatasuna, che ieri pomeriggio si trovavano nelle prime file durante i disordini.
Bilancio pesante: feriti tra gli agenti
Il bilancio della giornata è pesante: trentaquattro agenti delle forze dell’ordine sono rimasti feriti nel lancio di sassi, bottiglie di vetro, mazze, fumogeni, bombe carta e pali della segnaletica stradale. Tra i feriti c’è anche un dirigente della polizia che ha riportato la frattura del bacino.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso solidarietà agli agenti e apprezzamento per le forze di polizia, chiamando ieri sera il capo della polizia. Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso la vicinanza agli agenti, ringraziando il ministro Piantedosi e il capo della Polizia.
La violenza non è mai la risposta
La violenza non è mai la risposta, indipendentemente dalle motivazioni. La manifestazione pro Palestina, che aveva come obiettivo la pace e la solidarietà, è stata macchiata da atti di violenza inaccettabili. È fondamentale che le autorità facciano luce su quanto accaduto, identificando i responsabili e assicurandoli alla giustizia. La violenza non può essere tollerata e non può essere usata come strumento di protesta.