Un gesto di solidarietà al ministro Salvini
Michele Leombruno, vicesindaco di Serracapriola, un piccolo comune in provincia di Foggia, ha fatto parlare di sé al raduno della Lega a Pontida. L’uomo, ex ispettore capo della Polizia con 40 anni di esperienza, si è presentato alla manifestazione vestito da detenuto, con una tuta a strisce bianche e nere, impugnando un cartello che recita “Ho votato lega. Arrestate anche me”.
Il gesto è un chiaro atto di solidarietà nei confronti del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che rischia una condanna a sei anni di carcere per aver impedito lo sbarco di 147 migranti a Lampedusa nel 2019, quando era ministro degli Interni nel governo Conte. Leombruno, che definisce Salvini “un uomo che ha fatto solo il suo dovere di ministro”, ha espresso la sua fiducia nella magistratura, con cui ha collaborato durante la sua carriera nella polizia.
Leombruno ha raggiunto Pontida con un gruppo di nove membri del direttivo della Lega, partito da Serracapriola in pullman. “Non ho ancora incontrato il ministro Salvini”, ha spiegato, aggiungendo che il gruppo rientrerà nel Foggiano questa sera al termine della manifestazione.
Leombruno: “Milioni di italiani hanno votato per il programma di Salvini”
Leombruno, che è stato tra i fondatori della Lega in Puglia nel 2015 e fa parte del direttivo della Lega della provincia di Foggia, ha sottolineato che “milioni di italiani hanno votato per il programma dell’attuale ministro ai Trasporti Matteo Salvini che prevedeva una diminuzione dell’immigrazione clandestina”.
La sua presenza a Pontida con una tuta da detenuto rappresenta un chiaro messaggio di sostegno a Salvini e al suo programma politico, che si basa su una politica di contenimento dell’immigrazione. Il gesto di Leombruno, seppur singolare, riflette la posizione di una parte della popolazione italiana che si identifica con le politiche di Salvini e che si sente coinvolta in questa battaglia legale.
Un gesto simbolico e un dibattito acceso
Il gesto di Leombruno, seppur simbolico, alimenta un dibattito già acceso in Italia sulla questione dell’immigrazione e sulle responsabilità politiche in materia. La vicenda di Salvini e l’accusa di sequestro di persona hanno riaperto la discussione su come gestire il fenomeno migratorio e su quale sia il ruolo dello Stato in questo contesto. Le posizioni sono diverse e spesso contrastanti, e la vicenda di Leombruno rappresenta un’ulteriore spunto di riflessione.