L’appello disperato di una figlia
Due mesi di silenzio. Due mesi senza sentire la voce di suo padre, senza poterlo vedere o abbracciare, senza nemmeno sapere se sia vivo. È questo il dramma che vive María Andreina de Grazia, figlia dell’ex deputato italo-venezuelano Americo De Grazia, scomparso da due mesi dopo essere stato sequestrato da agenti incappucciati su una strada dello Stato minerario di Bolivar.
In un video straziante pubblicato sul suo account Instagram, María Andreina racconta il dolore lancinante di non sapere nulla del destino di suo padre, detenuto nell’Helicoide, la sede dei servizi segreti venezuelani, il Sebin, un luogo considerato un centro di tortura dall’Onu, da decine di Ong ed al centro dell’inchiesta della Corte Penale Internazionale.
“La cosa peggiore è che non siamo nemmeno sicuri che sia vivo”, afferma con voce tremante, lanciando un appello disperato per la sua liberazione. “Noi, i suoi parenti, abbiamo gridato al mondo l’enorme ingiustizia che si sta commettendo contro mio padre e, purtroppo, contro migliaia di venezuelani che vivono la sua stessa realtà. Vi ringrazio dal profondo del cuore se potete aiutarci a condividere questo video, il nostro solo strumento per essere la voce di mio padre oggi.”
Un’emergenza umanitaria in Venezuela
La detenzione di Americo De Grazia è solo un tassello di un quadro più ampio di violazioni dei diritti umani in Venezuela. Il paese sudamericano, sotto il governo di Nicolás Maduro, è stato accusato di detenzioni arbitrarie, torture e sparizioni forzate. Secondo diverse organizzazioni internazionali, il governo venezuelano ha arrestato oltre 2.000 persone sgradite, tra cui decine di leader politici dell’opposizione, manifestanti, studenti, sindacalisti, giornalisti, avvocati e attivisti per i diritti umani.
La situazione in Venezuela è diventata un’emergenza umanitaria, con la popolazione che soffre di una grave crisi economica e sociale. La scarsità di cibo, medicine e servizi essenziali ha portato a un aumento della povertà e della malnutrizione. La crisi politica e sociale ha anche spinto milioni di venezuelani a fuggire dal paese, creando una crisi migratoria di dimensioni senza precedenti.
Il ruolo dell’Italia
Il governo italiano ha ufficialmente dichiarato di stare tentando con ogni mezzo diplomatico di ottenere la libertà dei dodici prigionieri politici con nazionalità italiana, tra cui Americo De Grazia. La comunità internazionale, compresi l’Onu e la Corte Penale Internazionale, ha condannato le violazioni dei diritti umani in Venezuela e ha chiesto al governo di Maduro di rilasciare tutti i prigionieri politici.
La vicenda di Americo De Grazia è un monito per la comunità internazionale. La sua detenzione arbitraria e la sua scomparsa forzata sono un simbolo della crisi che sta vivendo il Venezuela. La comunità internazionale deve continuare a esercitare pressione sul governo venezuelano affinché rispetti i diritti umani e rilasci tutti i prigionieri politici. La sua liberazione, così come quella di tutti gli altri prigionieri politici, è una questione di giustizia e di dignità umana.
La voce di un padre, la speranza di una figlia
La storia di Americo De Grazia è un esempio di come la crisi politica in Venezuela stia colpendo le vite di persone innocenti. La voce disperata di sua figlia, María Andreina, ci ricorda che dietro le statistiche e i numeri ci sono persone reali con storie e famiglie. La speranza è che la comunità internazionale continui a esercitare pressione sul governo venezuelano affinché rispetti i diritti umani e rilasci tutti i prigionieri politici, tra cui Americo De Grazia. La sua liberazione sarebbe un passo importante verso la soluzione della crisi in Venezuela e un segno di speranza per tutti coloro che soffrono.