Indagini concluse sulla Città della Salute di Torino
La Procura di Torino ha concluso le indagini sui bilanci della Città della Salute, il polo ospedaliero del capoluogo piemontese, con un totale di 25 avvisi di garanzia. Le accuse riguardano la falsificazione dei conti, con l’obiettivo di alleggerire il passivo, in particolare per quanto riguarda le voci relative alla libera professione.
L’inchiesta ha portato alla luce un sistema che, per diversi anni, non ha richiesto ai medici che svolgevano prestazioni intra moenia di versare la quota del 5% prevista dalla legge Balduzzi. Questa quota, in vigore dal 2012, è destinata a finanziare il Servizio sanitario nazionale e viene applicata a chi esercita privatamente all’interno delle strutture sanitarie pubbliche.
La mancata riscossione di questa quota avrebbe generato un buco di diversi milioni di euro nel bilancio della Città della Salute.
Indagati i vertici della Città della Salute
Tra gli indagati figurano i direttori generali che si sono succeduti alla guida del polo ospedaliero torinese tra il 2013 e il 2022, oltre a direttori sanitari e amministrativi, altre figure manageriali e componenti del collegio sindacale.
Secondo i pm Giulia Rizzo e Mario Bendoni, questi avrebbero “disatteso i principi di diligenza professionale e correttezza che reggono l’assolvimento delle funzioni di vigilanza e controllo”. Il reato ipotizzato è falso ideologico in atto pubblico.
L’impatto della mancata riscossione
La mancata riscossione della quota del 5% per le prestazioni intra moenia ha un impatto significativo sul bilancio della Città della Salute e, di conseguenza, sulle risorse disponibili per il Servizio sanitario nazionale. L’inchiesta evidenzia la necessità di una maggiore attenzione alla trasparenza e alla correttezza nella gestione dei bilanci delle strutture sanitarie pubbliche, per garantire l’efficienza e la sostenibilità del sistema sanitario.