Il divario di genere nel lavoro: un problema strutturale
Le donne sono le ultime ad entrare nel mondo del lavoro e le prime ad uscirne, con una situazione particolarmente critica al Sud. Questo è quanto emerge da un’analisi di FederTerziario, che evidenzia come le donne occupate con due figli siano il 57,8% contro il 91,6% degli uomini nella stessa situazione familiare. Il dato è ancora più allarmante se si considera che il 72,8% delle dimissioni volontarie per genitori con figli fino a tre anni riguarda le donne. Le motivazioni addotte sono principalmente di natura familiare: il 41% per la mancanza di servizi di assistenza, il 7,1% per esigenze di cura dei figli.
Le proposte di FederTerziario per colmare il gap
FederTerziario da anni promuove proposte per ridurre il gap di genere nel lavoro. L’associazione chiede un impegno concreto per rendere strutturali benefici e incentivi legati all’assunzione e alla stabilità lavorativa delle donne, ma anche per l’introduzione di incentivi all’autoimprenditorialità. Tra le proposte, si evidenzia la necessità di ampliare i beneficiari della formazione finanziata per donne disoccupate e inoccupate, di prevedere misure dedicate al welfare di prossimità e di aumentare i servizi socio-assistenziali, come asili nido e strutture per anziani e disabili. Si sottolinea anche la necessità di ampliare il congedo obbligatorio per i padri e la percentuale di indennità in caso di congedo parentale.
Il divario salariale: una realtà ancora presente
Il divario di genere non si limita alla partecipazione al mercato del lavoro, ma si estende anche al reddito. Nel settore privato, le donne con qualifica impiegatizia hanno percepito mediamente 10.000 euro in meno all’anno rispetto ai colleghi uomini. Nell’ambito pubblico, nel periodo compreso tra il 2014 e il 2021, il differenziale retributivo annuo tra uomini e donne è stato di 5.200 euro.
Un problema complesso che richiede soluzioni multifattoriali
Il divario di genere nel lavoro è un problema complesso che richiede soluzioni multifattoriali. È necessario un impegno congiunto da parte di istituzioni, aziende e società civile per creare un ambiente di lavoro più equo e inclusivo. Le proposte di FederTerziario vanno in questa direzione, ma è fondamentale che si traducano in azioni concrete e che si lavori per un cambiamento culturale che riconosca il valore e il contributo delle donne in tutti gli ambiti della vita.