La Cassazione dispone un nuovo processo per Appendino
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza il 17 giugno scorso che dispone un nuovo processo di appello per l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, in relazione ai fatti di piazza San Carlo avvenuti nel 2017. L’evento, una proiezione della finale di Champions League, si concluse tragicamente con la morte di due persone e oltre 1.600 feriti. La Suprema Corte ha confermato la responsabilità penale di Appendino per tutti i capi di imputazione, ma ha stabilito che la pena dovrà essere ricalcolata e ridotta.
Le accuse contro Appendino
Secondo i giudici di Cassazione, Appendino “non si è limitata a ideare la proiezione della partita di calcio, ma ha dato impulso alle scelte riguardanti il luogo di svolgimento e l’ente deputato ad organizzare la manifestazione, senza preoccuparsi di valutare la sostenibilità in termini di sicurezza di tali scelte”. Inoltre, ha “mancato negligentemente di adottare l’ordinanza antivetro”, circostanza che ricade nella fase organizzativa dell’evento e che ha avuto conseguenze sulla sicurezza della manifestazione.
La pena di Appendino ridotta
Appendino era stata condannata a 18 mesi di reclusione nel procedimento in cui si ipotizzano, a seconda delle posizioni, i reati di disastro, omicidio e lesioni tutti in forma colposa. Il ricalcolo della pena è dovuto al fatto che i giudici di secondo grado di Torino, pur avendo prosciolto l’imputata dall’accusa di lesioni per 10 feriti, non hanno ridotto la pena, incorrendo in una “palese violazione del divieto di reformatio in peius”.
Considerazioni sull’evento di piazza San Carlo
La tragedia di piazza San Carlo è un evento che ha scosso l’Italia e ha sollevato questioni importanti sulla sicurezza degli eventi pubblici. La sentenza della Cassazione conferma la responsabilità di Appendino nella gestione dell’evento, evidenziando la necessità di una pianificazione accurata e di misure preventive adeguate per garantire la sicurezza dei cittadini. Il nuovo processo di appello offrirà l’opportunità di approfondire ulteriormente le responsabilità e di stabilire una pena equa per l’ex sindaca.