Il peso del talento e la caduta nella depressione
Matteo Tagliariol, oro olimpico nella spada a Pechino 2008, ha svelato durante l’evento ‘Racconti di vita e sport’ all’Ippodromo Snai San Siro le difficoltà vissute dopo il suo trionfo. Il campione ha confessato che il ‘talento’ è stato per lui un peso, che ha portato a un periodo di depressione dopo la vittoria olimpica. “Dopo il trionfo, sono caduto in depressione, le pressioni sono aumentate e avrei voluto smettere”, ha rivelato Tagliariol.
Dubbi sul metodo di allenamento e la marginalizzazione
Tagliariol ha poi descritto il suo percorso in Nazionale, evidenziando le tensioni con il cambio del ct e la sua crescente marginalizzazione. “Sono passato dal ‘non poter perdere’ a ‘non essere in squadra’. La mia posizione era messa in dubbio, io chiedevo, esprimevo le mie titubanze sui metodi di allenamento – rivela -, come squadra peggioravamo”, ha spiegato. Le sue perplessità, espresse pubblicamente, lo hanno portato a essere considerato “il nemico pubblico numero 1”.
Il sistema che pressa e la mancata partecipazione a tre Olimpiadi
Tagliariol ha sottolineato come il sistema sportivo possa essere opprimente, creando un ambiente in cui l’atleta si sente pressato e in difficoltà. “Spesso ci sono dei requisiti necessari nello sport che non sono prettamente atletici. Ero persona non gradita”, ha ammesso. Tagliariol ha poi rivelato di aver partecipato a una sola Olimpiade, mentre avrebbe potuto partecipare a quattro. “Avevo i numeri per esserci ma c’era sempre qualcosa… Si tende a pensare che sia colpa nostra ma è il sistema che ci pressa”, ha concluso.
L’importanza di ritrovare il divertimento
Nonostante le difficoltà, Tagliariol ha sottolineato l’importanza di ritrovare la scintilla e il divertimento nello sport. “Con l’arrivo in Nazionale tutto era incentrato nella performance. Sono riuscito poi a ritrovare la scintilla e il divertimento, riuscendo a tornare in alto dopo anni bui”, ha detto.
Riflessioni sul sistema sportivo
La storia di Matteo Tagliariol solleva importanti questioni sul sistema sportivo italiano. La pressione per ottenere risultati, la mancanza di ascolto e la possibile marginalizzazione di atleti che esprimono dubbi o critiche sono temi che meritano un’attenta riflessione. E’ fondamentale che il sistema sportivo si impegni a creare un ambiente più aperto al dialogo e al confronto, che permetta agli atleti di esprimere le proprie opinioni e di sentirsi supportati, non solo in termini di performance ma anche di crescita personale e di benessere psicologico.