Stop alla cannabis light: il governo equipara le infiorescenze a quelle ad alto contenuto di Thc
Il governo italiano ha presentato un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza che prevede il divieto di coltivazione e vendita delle infiorescenze di cannabis light, anche con un contenuto di Thc inferiore allo 0,2%. Questa decisione, se approvata, equiparerebbe la cannabis light a quella con alto contenuto di Thc, rendendo illegale la sua produzione e commercializzazione.
L’emendamento si basa sulla legge a sostegno della filiera della canapa ad uso industriale, che consente la coltivazione di canapa con un contenuto di Thc inferiore allo 0,2%. Tuttavia, l’emendamento in questione vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli espressamente indicati nella legge stessa, e quindi quelli industriali consentiti.
Le critiche degli esperti: un intervento repressivo e punitivo
La decisione del governo ha suscitato forti critiche da parte di esperti e operatori del settore. Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha definito l’emendamento “drammatico”, affermando che “il governo vuole definitivamente tagliare le gambe a migliaia di operatori del settore della cannabis light”. Magi ha sottolineato che la cannabis light non ha alcun effetto drogante, proprio per le basse percentuali di principio attivo, e che l’emendamento è “una spinta repressiva e punitiva immotivata”.
Anche Giuseppe Libutti, avvocato costituzionalista che segue aziende del settore della cannabis light, ha espresso forti dubbi sull’emendamento, definendolo “un intervento pesante e sbagliato”. Libutti ha sottolineato che l’emendamento avrà un impatto negativo sull’occupazione in un settore che si è sviluppato negli ultimi anni, e che “aprirebbe la strada a numerosi contenziosi da parte di chi opera da anni nel settore disciplinato dalla 246 del 2016 e svolge un’attività assolutamente lecita”.
Un’iniziativa in contrasto con le tendenze internazionali
L’emendamento del governo sembra andare controcorrente rispetto alle tendenze internazionali. Magi ha sottolineato che “nelle democrazie più avanzate, ultima poco fa la Germania, si va verso la legalizzazione della coltivazione e del possesso anche a più alti contenuti di Thc”. L’Italia, invece, sembra voler adottare un approccio più repressivo, punendo anche la cannabis light.
L’incertezza del futuro del settore della cannabis light
L’emendamento, se approvato, avrà un impatto significativo sul settore della cannabis light in Italia. Il divieto di coltivazione e vendita delle infiorescenze potrebbe portare alla chiusura di numerose aziende e alla perdita di posti di lavoro. Inoltre, potrebbe creare un mercato nero per la cannabis light, con conseguenze negative per la sicurezza e la salute pubblica.
Il futuro del settore della cannabis light in Italia è incerto. L’emendamento del governo rappresenta un passo indietro rispetto alle politiche di liberalizzazione adottate da altri Paesi. Resta da vedere se l’emendamento verrà approvato e quali saranno le conseguenze per il settore.
Considerazioni
L’emendamento al ddl sicurezza che punta a vietare la coltivazione e la vendita di infiorescenze di cannabis light è un passo indietro rispetto alle tendenze internazionali e alle politiche di liberalizzazione adottate da altri Paesi. La decisione del governo, che equipara la cannabis light a quella con alto contenuto di Thc, sembra essere motivata da un pregiudizio verso la cannabis e non da considerazioni scientifiche o di sicurezza pubblica. L’emendamento potrebbe avere conseguenze negative per il settore della cannabis light, con la chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro. Inoltre, potrebbe favorire la nascita di un mercato nero, con conseguenze negative per la sicurezza e la salute pubblica. Sarebbe opportuno rivalutare la posizione del governo e adottare un approccio più pragmatico e scientifico, tenendo conto delle esperienze di altri Paesi e dei benefici potenziali della cannabis light.