Crazy Pizza: una sfida a Napoli
L’inaugurazione di Crazy Pizza sul lungomare di Napoli è stata un evento che ha suscitato grande attenzione e dibattito. Flavio Briatore, noto imprenditore e personaggio televisivo, ha presentato il suo locale come una “sfida”, un’idea che non vuole competere con la tradizione napoletana, ma che si propone come un’alternativa, una “roba a parte”.
“Questa non è una pizzeria”, ha dichiarato Briatore, “Uno viene qui e fa una serata tranquilla. C’è la musica, c’è un certo tipo di servizio”. Briatore ha sottolineato che il suo obiettivo non è entrare in competizione con le pizzerie tradizionali, ma offrire un’esperienza diversa, con un locale elegante, un servizio curato e una selezione di pizze realizzate con ingredienti di alta qualità.
L’apertura del locale ha suscitato polemiche, soprattutto per i prezzi. La Margherita, ad esempio, costa 17 euro, mentre la media cittadina oscilla tra i cinque e gli otto euro. Il prodotto più “esclusivo” è la pizza con prosciutto iberico Patanegra, che costa 65 euro.
Nonostante le critiche, Briatore ha ricevuto il sostegno di Gino Sorbillo, uno dei più noti pizzaioli napoletani, che ha consegnato a Briatore un corno portafortuna in segno di benvenuto. “Ho visto il video che ha fatto Sorbillo, che ha fatto un post di benvenuto, l’ho ringraziato”, ha detto Briatore.
Un brand di pizza
“Qui ci sono mille nomi legati alla pizza”, ha aggiunto Briatore, “non c’era un brand vero. Allora ho pensato: la pizza è una cosa che piace a tutti, perché non facciamo un brand vero?”
Briatore ha sottolineato che la pizza è un prodotto amato in tutto il mondo e che non esiste un’unica interpretazione della “vera” pizza. “Nessuno ha l’esclusiva della pizza”, ha detto, ricordando di aver mangiato una pizza buonissima in Australia, preparata da cinesi. “Noi facciamo un lavoro penso fatto bene. Abbiamo dei ragazzi molto molto bravi. Materie prime di qualità, il servizio, un bel locale, il deejay, lo spinning pizza”.
Crazy Pizza si propone quindi come un brand di pizza che punta a conquistare un pubblico internazionale, offrendo un’esperienza di alta qualità, con un servizio impeccabile e un’attenzione particolare alla scelta degli ingredienti.
Napoli e la pizza
Briatore ha anche espresso il suo rispetto per la città di Napoli, anche se la conosce poco. “Napoli è un brand figo ma la conosco pochissimo, la conosco come base di partenza per Capri”, ha detto. “Non comprendo tutte queste polemiche che ci sono state. Rispetto assolutamente tutti”.
Il dibattito sull’apertura di Crazy Pizza a Napoli ha sollevato questioni importanti sul ruolo della tradizione nella cultura culinaria e sulla capacità di innovazione nel settore della ristorazione. La sfida di Briatore è quella di creare un brand di pizza che si distingua dalla tradizione napoletana, pur rimanendo fedele alla qualità e al gusto. Solo il tempo dirà se Crazy Pizza riuscirà a conquistare il palato dei napoletani e a diventare un punto di riferimento per gli amanti della pizza.
Un’innovazione controversa
L’arrivo di Crazy Pizza a Napoli rappresenta un’innovazione controversa. Da un lato, la proposta di Briatore di creare un brand di pizza che si distacchi dalla tradizione napoletana può essere interpretata come un’occasione per sperimentare nuovi gusti e sapori, aprendo la strada a nuove interpretazioni della pizza. Dall’altro, la critica rivolta ai prezzi e alla scelta degli ingredienti, in particolare l’utilizzo di un prosciutto iberico Patanegra per un’offerta di lusso, potrebbe essere vista come un tentativo di “snobbare” la tradizione napoletana e di creare una distinzione artificiale tra la pizza “vera” e quella “di lusso”. In definitiva, il successo di Crazy Pizza dipenderà dalla capacità di Briatore di coniugare innovazione e tradizione, offrendo un’esperienza che sia al contempo appagante e accessibile.