Accuse di stupro e molestie sessuali contro Mohamed Al Fayed
Un’inchiesta giornalistica della Bbc ha svelato pesanti accuse di stupro e molestie sessuali contro Mohamed Al Fayed, ex proprietario degli storici magazzini Harrods a Londra. Almeno 20 ex dipendenti, in gran parte donne giovani e giovanissime, hanno denunciato abusi subiti durante il periodo di lavoro nel centro commerciale di lusso. Cinque di loro hanno raccontato di essere state stuprate da Al Fayed, che è deceduto nel 2022 all’età di 94 anni.
Le accuse sono state raccolte in un documentario e podcast intitolato “Al-Fayed: Predator at Harrods”, che descrive un clima di paura e di abusi perpetrati dal magnate nei confronti del suo staff. Le donne hanno raccontato di violenze e molestie sistematiche avvenute nelle proprietà di Al Fayed a Londra, Parigi, Saint Tropez e Abu Dhabi, descrivendolo come un “predatore sessuale senza alcun principio morale” che le ha usate come “giocattoli” per il suo piacere. Le vittime hanno anche denunciato minacce e allusioni a telecamere piazzate per spiarle.
Al Fayed era già stato accusato di stupro dalla polizia inglese nel 2015, ma non era mai stato formalmente incriminato. Dopo la sua morte, quattordici delle donne hanno intentato una causa civile contro Harrods per danni, mentre altre si preparano a fare lo stesso.
L’insabbiamento e la “damnatio memoriae”
L’inchiesta della Bbc ha rivelato anche una prolungata azione di insabbiamento condotta dai vertici di Harrods, dal 2010 di proprietà del fondo sovrano del Qatar, su ordine di Al Fayed. La dirigenza attuale dei magazzini si è detta “sconcertata” per quanto emerso e si è scusata, ma è probabile che le vittime riceveranno forme di indennizzo.
Le accuse di stupro e molestie sessuali gettano un’ombra cupa sulla figura di Al Fayed, che era già stato criticato per i suoi legami opachi con la politica e il mondo del business. La sua fortuna fu costruita a partire dalla vendita di bibite e macchine da cucire nella natia Alessandria d’Egitto, e nel Regno Unito si guadagnò un posto negli ambienti più influenti, pur non ottenendo mai il passaporto britannico e rimanendo un outsider.
Al Fayed era noto anche per le sue teorie complottiste sulla morte del figlio Dodi e della principessa Diana, avvenuta nel 1997 a Parigi in un incidente automobilistico. Il magnate accusò la famiglia reale britannica di essere coinvolta in una trama per eliminare suo figlio e Lady D, e la sua morte ha alimentato una “damnatio memoriae” sul suo conto.
L’impero di Al Fayed e il tragico destino di Dodi e Lady D
Al Fayed costruì un impero economico che comprendeva, tra le altre cose, i magazzini Harrods, il Fulham Football Club e l’hotel Ritz Carlton di Parigi. La sua vita fu segnata dal tragico destino del figlio Dodi e della principessa Diana, con cui Dodi aveva intrapreso una relazione. La loro morte in un incidente stradale a Parigi nel 1997 alimentò le teorie complottiste di Al Fayed, che accusò la famiglia reale britannica di essere responsabile dell’incidente.
Le accuse di stupro e molestie sessuali contro Al Fayed aggiungono un altro capitolo oscuro alla sua vita, che è stata segnata da successi e tragedie. Il suo nome rimarrà legato a Harrods, al Fulham Football Club e al tragico destino di Dodi e Lady D, ma anche alle accuse di abusi sessuali che hanno gettato un’ombra cupa sulla sua figura.
La complessità di una figura controversa
La vicenda di Mohamed Al Fayed è un esempio di come la complessità di una figura possa essere messa in discussione da nuove rivelazioni. Il magnate, noto per la sua ricchezza e per le sue teorie complottiste, si è visto ora accusato di gravi reati. Questo caso ci ricorda l’importanza di non dare per scontati i giudizi su figure di potere e di non dimenticare le vittime di abusi. L’inchiesta della Bbc, pur non potendo incriminare Al Fayed dopo la sua morte, ha aperto un dibattito importante sulle responsabilità e sull’impunità dei potenti.