Sciopero generale nel Sulcis per la chiusura della linea zinco di Glencore
Lunedì 23 maggio, Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero generale nel Sulcis, culminando in una manifestazione e un corteo dall’area industriale di Portovesme alla cittadina di Portoscuso. Questa protesta è stata organizzata in vista dell’incontro di martedì 24 maggio al Mimit, con i ministri Adolfo Urso e Marina Calderone (Lavoro) e la sottosegretaria delegata per le crisi industriali, Fausta Bergamotto.
Le organizzazioni sindacali hanno espresso la loro preoccupazione per la decisione di Glencore di fermare la linea zinco, definendola una situazione che “mette ognuno davanti alle proprie responsabilità”. Hanno sottolineato che la vertenza non riguarda solo l’azienda e i lavoratori, ma l’intero polo industriale di Portovesme e San Gavino, i territori, la regione e il Paese.
Le segreterie territoriali di Fiom, Fsm e Uilm Sardegna Sud-Occidentale e Sulcis-Iglesiente hanno espresso la loro critica alle multinazionali che “sfruttano leggi e territori a loro convenienza, per poi abbandonare tutto, per inseguire maggiori profitti”. Hanno sottolineato la necessità di una partecipazione collettiva per affrontare la crisi e hanno chiesto ai governi di “fare la loro parte”.
Le richieste dei sindacati
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto che l’incontro al Mimit sia l’avvio di un tavolo permanente che abbia come unico obiettivo la “mantenere le produzioni, garantire l’occupazione attraverso il Lavoro, escludendo il rischio di licenziamenti o il ricorso ad ammortizzatori sociali”. Hanno sottolineato che gli ammortizzatori sociali sono spesso “l’anticamera del licenziamento”, come dimostra l’esperienza di realtà vicine.
Il futuro del polo industriale del Sulcis
La chiusura della linea zinco di Glencore è un duro colpo per il polo industriale del Sulcis, che già soffre di una crisi profonda. Il rischio di licenziamenti e di un’ulteriore perdita di posti di lavoro è reale. È fondamentale che il governo e le istituzioni locali si impegnino a trovare soluzioni concrete per sostenere l’occupazione e la produzione, garantendo un futuro al polo industriale. L’incontro al Mimit è un primo passo, ma è necessario un impegno a lungo termine per evitare che il Sulcis diventi un territorio sacrificato per l’interesse delle multinazionali.