La testimonianza di Renzi
L’ex premier Matteo Renzi è stato sentito come testimone nel processo per la morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano trovato morto in Egitto nel 2016. Durante la sua testimonianza, Renzi ha ribadito la posizione del governo italiano di non accettazione di “verità di comodo” da parte dell’Egitto. Ha spiegato che dopo il delitto, l’Italia ha reagito richiamando l’ambasciatore e che in seguito Renzi stesso ha incontrato il presidente egiziano Al Sisi al G20 in Cina nel settembre del 2016 per esprimere la delusione del governo italiano.
“Agli egiziani dicemmo subito ‘non accetteremo verità di comodo’: questo è il filo rosso dei mesi successivi alla morte di Regeni. A marzo del 2016 l’Egitto ci diede una verità di comodo che noi respingemmo”, ha affermato Renzi.
Il processo per la morte di Regeni
Il processo per la morte di Giulio Regeni è in corso a Roma. L’accusa è di sequestro di persona e omicidio. Il processo è seguito con grande attenzione in Italia e all’estero. La famiglia di Regeni si è costituita parte civile nel processo. Il procuratore di Roma Francesco Lo Voi e l’aggiunto Sergio Colaiocco hanno formulato domande a Renzi durante la sua testimonianza.
La ricerca della verità
La testimonianza di Renzi ribadisce la determinazione dell’Italia a ricercare la verità sulla morte di Giulio Regeni. L’incontro con Al Sisi e il richiamo dell’ambasciatore dimostrano la serietà con cui il governo italiano ha affrontato la vicenda. La ricerca della verità è un processo lungo e complesso, ma è fondamentale per garantire giustizia e per onorare la memoria di Regeni.