Donzelli conferma di aver ricevuto informazioni riservate da Delmastro
Il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha confermato in aula di aver ricevuto informazioni riservate dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro sui colloqui tra l’anarchico Alfredo Cospito e altri detenuti al 41 bis. Donzelli ha dichiarato di aver appreso tali informazioni da Delmastro durante un incontro casuale avvenuto il 31 gennaio 2023, dopo aver letto un articolo di stampa. Il deputato ha precisato di non aver chiesto a Delmastro da dove provenissero le informazioni, ma di aver supposto che fossero state fornite dal Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria).
Secondo Donzelli, Delmastro gli avrebbe rivelato i nomi dei detenuti con cui Cospito aveva avuto colloqui, informazioni che il deputato ha annotato sul suo cellulare. Donzelli ha sottolineato che Delmastro gli avrebbe assicurato che le informazioni non erano riservate.
L’episodio è al centro del processo per rivelazione di segreto d’ufficio che vede imputato Delmastro. Nel procedimento si sono costituiti parte civile quattro parlamentari del Pd.
Il contesto del processo e le dichiarazioni di Donzelli
Donzelli ha precisato che la scelta di intervenire in aula, rivelando le informazioni ricevute da Delmastro, è stata sua per evidenziare l’importanza di difendere il regime del 41 bis. Il deputato ha affermato che la prima metà del suo intervento era incentrata su questo tema, poiché era preoccupato per le posizioni espresse nei giorni precedenti.
Il processo vede imputato Delmastro per l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito, protagonista, tra l’ottobre del 2022 e l’inizio del 2023, di un lungo sciopero della fame attuato per protestare contro il regime del carcere duro a cui è sottoposto.
La testimonianza di Donzelli si inserisce in un contesto di crescente tensione politica e giudiziaria in merito alla gestione del caso Cospito e al regime del 41 bis.
Considerazioni
La testimonianza di Donzelli solleva interrogativi importanti sulla gestione delle informazioni riservate all’interno del sistema giudiziario italiano. La rivelazione di informazioni riservate da parte di un sottosegretario alla Giustizia, anche se non classificate come segrete, pone seri dubbi sull’integrità e la riservatezza dei processi decisionali. La vicenda evidenzia la necessità di un’attenta analisi del ruolo e della responsabilità dei funzionari pubblici nella gestione delle informazioni sensibili e di una maggiore trasparenza nel sistema giudiziario italiano.