Un anno fa, il rischio retrocessione
Era il 26 maggio 2023. L’Udinese, a un quarto d’ora dalla fine del match contro il Frosinone, aveva un piede e mezzo in Serie B. Solo un miracolo di Okoye e la rete di Davis salvarono i bianconeri dalla retrocessione, in una stagione che si rivelò la più sofferta delle 29 consecutive nella massima serie.
Quella sera, Gino Pozzo decise di cambiare rotta. A sorpresa, si congedò da Fabio Cannavaro, il pallone d’oro che aveva salvato la squadra, per affidarsi al giovane e sconosciuto Kosta Runjaic. Una scelta che oggi, dopo solo quattro giornate, sta regalando all’Udinese la vetta solitaria della classifica.
L’eredità di Guidolin e il ritorno di Sanchez
L’ultima volta che l’Udinese si ritrovò in testa alla classifica era il 2011. In panchina c’era Francesco Guidolin, e al termine di quel torneo i bianconeri arrivarono terzi, dietro Juventus e Milan. Curiosamente, Alexis Sanchez, il figliol prodigo che oggi è tornato a Udine dopo 12 anni, non era già più presente in quella squadra: in estate era volato al Barcellona.
Questa volta, però, Sanchez non è ancora sceso in campo, causa infortunio. Sarà lui, insieme a Runjaic, a guidare l’Udinese verso un nuovo sogno?
Il pragmatismo di Runjaic e la fiducia nel gruppo
Gran parte del merito di questo miracolo sportivo è di Runjaic. Il tecnico tedesco, un pragmatico che rifugge i riflettori, ha saputo rilanciare la squadra senza stravolgimenti. L’unica novità tra i titolari è lo svedese Karlstrom, mentre senatori come Pereyra, Walace, Perez e Samardzic hanno lasciato il Friuli, rimpiazzati da giovani di belle speranze.
Runjaic ha schierato la difesa a tre e si è affidato a due trequartisti dietro una punta di peso. Ha fatto sapere che la famiglia sarebbe rimasta in Germania e ha garantito solo impegno e serietà.
La sua esperienza in Polonia, dove ha guidato il Legia Varsavia, una delle squadre più titolate del paese, con 15 campionati e 20 coppe nazionali vinte, gli ha dato la giusta esperienza per affrontare la pressione del calcio italiano. In quei tre mesi di lavoro in Italia, Runjaic non ha sbagliato una mossa. Ha aperto gli allenamenti al pubblico, ha scelto Thauvin come capitano e ha mantenuto la calma anche di fronte all’escalation di risultati.
La prova del 9: Roma e Inter
Dopo la vittoria sul Parma, Runjaic ha predicato calma, ricordando che il bottino incamerato è solo fieno in cascina per quando verranno tempi bui. La prova del 9 è alle porte: prima la Roma di De Rossi, che non ha ancora vinto in campionato, poi la corazzata Inter, in casa. Dopo questi 180′ si saprà forse il vero valore dell’Udinese.
In fondo, prima dei Percassi e dell’Atalanta dei miracoli, il titolo di regina delle provinciali è stato suo per tanti lustri. E 30 anni in Serie A non sono un caso.
Un inizio promettente
L’Udinese di Runjaic ha dimostrato di avere le carte in regola per competere per un posto in Europa. Il tecnico tedesco ha saputo creare un gruppo coeso e ha dimostrato di avere la giusta esperienza per affrontare la pressione del calcio italiano. Sarà interessante vedere come la squadra si comporterà nei prossimi mesi, soprattutto contro le big del campionato.