Valditara smentisce Schlein: gli stipendi dei docenti sono aumentati
Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha smentito le affermazioni della segretaria del Pd, Elly Schlein, riguardo agli stipendi dei docenti italiani. In un lungo video su Youtube, Valditara ha affermato che le dichiarazioni di Schlein, basate su dati dell’Ocse che si fermano al 2022, non sono accurate. Il ministro ha precisato che dal 2009 il personale scolastico ha dovuto attendere fino al 2020 per un nuovo contratto, con un aumento del 3,48% nel 2020 e un nuovo contratto firmato nel 2023 con un aumento del 3,9%. Valditara ha sottolineato che l’aumento complessivo negli ultimi due anni è stato del 10,3%, a cui si aggiunge un ulteriore 6-7% di stipendio legato al taglio del cuneo fiscale, per un totale del 17%.
L’Italia supera Francia, Finlandia e Portogallo per gli stipendi dei docenti con esperienza
Secondo uno studio Invalsi, se fino al 2022 l’Italia era fanalino di coda per gli stipendi dei docenti, nel 2023, grazie al nuovo contratto firmato, la situazione si è modificata. L’Italia ha superato Francia, Finlandia e Portogallo per il personale con almeno 15 anni di anzianità. Inoltre, a fine carriera, il salario di un docente italiano è superiore a quello dei colleghi svedesi.
Valditara: “Il più importante aumento degli ultimi 20 anni”
Valditara ha definito l’aumento del 4,5% del 2023 il più importante degli ultimi 20 anni. Il ministro ha anche ricordato che nella scorsa finanziaria sono stati stanziati 3 miliardi di euro per il nuovo contratto, che prevede un aumento del 5,8%. In totale, in due anni, gli stipendi dei docenti sono aumentati del 10,3%, a cui si aggiunge il 6-7% legato al taglio del cuneo fiscale, per un totale del 17%.
Considerazioni
La dichiarazione del ministro Valditara solleva un dibattito importante sulla situazione degli stipendi dei docenti italiani. È fondamentale analizzare in modo approfondito i dati e le fonti per avere un quadro completo della situazione. L’aumento degli stipendi è un passo positivo, ma è necessario valutare se questo sia sufficiente a garantire un adeguato livello di retribuzione e a colmare il gap con altri Paesi europei. Inoltre, è importante considerare l’impatto di questo aumento sulla qualità dell’istruzione e sul sistema scolastico italiano nel suo complesso.