Un’artista poliedrica
La Chola Poblete, artista, performer e attivista per i diritti Lgbtq+, è una figura di spicco nel panorama artistico contemporaneo. Nata nel 1989, la sua opera si caratterizza per una profonda riflessione critica sulle conseguenze del colonialismo e della supremazia bianca in Argentina, il suo paese d’origine.
Attraverso differenti media, tra cui scultura, pittura, performance, disegno, acquarello e fotografia, La Chola Poblete esplora le sue radici indigene e queer, sfidando gli stereotipi e l’esotizzazione delle popolazioni indigene. Il suo lavoro si inserisce in un contesto più ampio che riguarda la posizione dell’artista nel mondo dell’arte in relazione alla sua identità e il ruolo delle istituzioni occidentali nel determinare i canoni di ciò che viene definito “arte”.
Guaymallén: un omaggio alle origini
Con il progetto “Guaymallén”, La Chola Poblete rende omaggio alle sue origini indigene e all’identità queer. La mostra al Mudec di Milano è un’esperienza immersiva che si snoda attraverso uno spazio progettato dall’artista ispirandosi allo stile architettonico del barocco andino. Gli ambienti del Mudec Photo sono ridisegnati come una “cattedrale del disegno” contemporanea, composta da stanze simili alle navate laterali di una chiesa.
L’ambiente è popolato da motivi e simboli religiosi, politici, erotici, pop-culturali e indigeni, che intrecciano storie di salvezza, vergini, martiri e antiche dee. La mostra presenta una serie di opere inedite realizzate cuocendo in forno sculture in pasta di pane, tra cui “Maria & papas lays (Maria & patatine fritte)”, una figura ibrida che mescola cattolicesimo, spiritualità indigena e ideologia queer.
Un percorso espositivo ricco di significati
Il percorso espositivo include inoltre una nuova serie di tre lavori fotografici in cui La Chola Poblete interpreta il personaggio principale, ispirandosi da una parte alle figure della mitologia, come ad esempio la lupa capitolina nell’opera “La Loba (The She-Wolf)”, e dall’altra parte all’iconografia cristiana, come ne “La Virgen de la leche (Madonna Lactans)”, che nutre con il suo latte un mormone.
La mostra culmina con una situazione estrema rappresentata su una T-shirt, dove la stessa La Chola Poblete viene scuoiata. Questa immagine potente e provocatoria rappresenta la violenza e l’oppressione che le persone queer e indigene hanno subito e continuano a subire.
Un’arte che sfida e interroga
La mostra “Guaymallén” di La Chola Poblete è un’esperienza coinvolgente e stimolante che invita il pubblico a riflettere su temi cruciali come il colonialismo, la supremazia bianca e l’identità queer. L’artista, attraverso la sua arte, ci invita a guardare al passato per comprendere il presente e a immaginare un futuro più equo e inclusivo.