Le segnalazioni ignorate
La strage che ha sconvolto Roma il 11 dicembre 2022, in cui Claudio Campiti ha ucciso quattro donne al termine di una riunione di condominio, potrebbe essere stata evitata. Emergono nuovi dettagli sulla sicurezza del poligono di tiro di Roma, con segnalazioni di falle e criticità ignorate dalle autorità.
Secondo quanto emerso nell’udienza del processo a carico del killer e dei dirigenti del Tiro a segno nazionale, già nel febbraio del 2022, la polizia aveva inviato almeno tre note in cui si evidenziavano i buchi nella sicurezza del poligono di Tor di Quinto. Le segnalazioni, inviate dal commissariato di Ponte Milvio, non portarono a provvedimenti nonostante descrivessero un quadro allarmante.
Le comunicazioni erano state attivate dopo che, il 13 febbraio 2022, un uomo aveva inviato una segnalazione su Youpol annunciando l’intenzione di andare a prendere una pistola a Tor di Quinto e di voler andare in Vaticano per “risolvere questioni personali”.
In seguito a questa segnalazione, un ispettore di polizia si recò al poligono e riscontrò gravi criticità. “Notai subito che non c’erano controlli all’entrata e all’uscita”, ha dichiarato l’ispettore in aula, rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò. “Fra l’armeria e la linea di tiro c’erano circa 200 metri, si passava dal parcheggio e dal cortile, dal quale era possibile uscire senza passare per alcun controllo. Ne parlai con il presidente del poligono, gli dissi che questa prassi non era giusta e che non si poteva continuare così”.
La “svista” del dirigente di polizia
Le note inviate dalla polizia, con le segnalazioni sulle falle nella sicurezza del poligono, non furono mai prese in considerazione dal dirigente della divisione di polizia amministrativa, a cui erano state trasmesse. “Non furono viste dall’operatore, è stata una svista”, ha dichiarato il dirigente durante l’udienza. “Nel nostro ufficio arrivano migliaia di pec al giorno, ma un fatto del genere non è mai avvenuto sotto la mia dirigenza. È stato purtroppo un caso unico”.
Il dirigente ha aggiunto: “È stata una disattenzione, una svista dell’operatore. Le tre note sul poligono non sono mai state portate alla mia attenzione”.
La reazione dei familiari delle vittime
Le parole del dirigente di polizia hanno suscitato la reazione dei parenti delle vittime presenti in aula. “Siamo sempre presenti in questo processo per capire tutte le cause che hanno portato a questa situazione, ma avere una persona, che rappresenta un’istituzione, che assume un atteggiamento come quello che ha osservato oggi in aula non contribuisce alla verità”, ha commentato Giulio Iachetti, marito di Fabiana De Angelis, una delle quattro donne che perse la vita nella strage. “Le risposte arrivate oggi non stanno dando un contributo alla verità”.
Le responsabilità della sicurezza
La vicenda del poligono di tiro di Roma solleva gravi interrogativi sulla sicurezza dei luoghi pubblici e sulla responsabilità delle autorità. La tragedia avrebbe potuto essere evitata se le segnalazioni di pericoli e carenze fossero state prese in considerazione. È fondamentale che le istituzioni siano attente e proattive nella gestione della sicurezza, soprattutto in contesti delicati come quelli legati alle armi. La vicenda evidenzia la necessità di una maggiore attenzione e di una migliore gestione dei flussi informativi, per evitare che tragedie come quella del 11 dicembre 2022 si ripetano.