Emergenze e sfide per la transizione energetica
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, la transizione energetica nell’auto è una delle priorità che la nuova governance dell’Unione Europea dovrà affrontare dopo le imminenti elezioni. Tuttavia, Quagliano ha espresso preoccupazione per alcune emergenze che stanno minacciando il successo di questa transizione.
Innanzitutto, la quota di immatricolazioni di auto elettriche nell’Unione è in frenata. Questo rallentamento è dovuto a diversi fattori, tra cui l’aumento dei prezzi dei veicoli elettrici, l’incertezza sull’infrastruttura di ricarica e la mancanza di incentivi governativi sufficienti. Inoltre, la politica dell’Unione Europea ha aperto la strada a una forte penetrazione in Europa di auto prodotte in Cina. Questa situazione sta creando forti ripercussioni negative sull’occupazione e sull’economia dei paesi dell’Unione, anche se l’industria dell’auto europea sta salvaguardando i suoi profitti aumentando i prezzi.
Infine, Quagliano ha evidenziato le crescenti perplessità del pubblico sulla versatilità di impiego dell’auto elettrica. Molti consumatori ritengono che l’auto elettrica non sia ancora in grado di soddisfare le loro esigenze di mobilità, soprattutto per viaggi lunghi o in condizioni climatiche avverse. La scarsa autonomia, i tempi di ricarica lunghi e la limitata disponibilità di stazioni di ricarica sono solo alcuni dei fattori che limitano l’utilizzo dei veicoli elettrici.
Dubbi sull’efficacia della transizione all’elettrico
Quagliano ha espresso forti dubbi sull’efficacia della politica dell’Unione Europea sulla transizione energetica nell’auto, sottolineando che le scelte di fondo della Ue e del Regno Unito potrebbero rivelarsi velleitarie. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, le emissioni di CO2 del trasporto su strada rappresentano il 21,6% delle emissioni totali di CO2, mentre le emissioni delle autovetture sono il 60,6% di quelle del trasporto su strada. Considerando che il parco circolante di auto di Ue e Uk rappresenta il 25% del parco circolante mondiale di auto, Quagliano ha calcolato che, a livello globale, quando l’intero parco circolante di auto di Ue e Uk sarà composto solo da auto elettriche, cioè negli anni 50 del secolo, si avrà una riduzione delle emissioni di CO2 del 3,3%.
Quagliano si chiede se valga la pena di imporre ai cittadini, al settore dell’auto e all’economia dell’Unione l’immane sforzo che la transizione all’auto elettrica comporta per ottenere una riduzione del 3,3% delle emissioni di CO2. Questa domanda solleva un dibattito importante sul bilanciamento tra gli obiettivi di sostenibilità ambientale e le esigenze economiche e sociali dei cittadini.
Un’analisi critica e ponderata
Le preoccupazioni espresse da Quagliano meritano un’attenta riflessione. La transizione energetica nell’auto è un processo complesso che richiede un approccio attento e pragmatico. È fondamentale valutare con precisione gli effetti reali delle politiche adottate, non solo in termini di riduzione delle emissioni, ma anche in termini di impatto economico e sociale. La rapidità con cui si sta procedendo verso l’elettrificazione del parco auto potrebbe creare delle spinte destabilizzanti per l’industria e l’occupazione, senza garantire un effettivo beneficio ambientale a livello globale. È necessario un approccio più equilibrato, che tenga conto di tutte le variabili in gioco e che non sacrifichi la sostenibilità economica e sociale in nome di un’ideologia ambientalista non sempre realistica.