Un viaggio di redenzione e scoperta
Diego Abatantuono, in un’interpretazione intensa e toccante, veste i panni di Pietro Rinaldi, uno scrittore anziano e solitario che, sull’orlo del suicidio, viene sconvolto da una tragedia: la morte della figlia e del genero in un incidente stradale. A lui tocca ora prendersi cura del nipote sedicenne, Mattia, rimasto orfano.
In ‘L’ultima settimana di settembre’, il film di Gianni De Blasi tratto dal romanzo omonimo di Lorenzo Licalzi, assistiamo a un viaggio on the road attraverso la Puglia, in direzione di Roma. Pietro, un uomo dal carattere difficile e pieno di pregiudizi, si ritrova a dover condividere la sua vecchia Citroen Pallas con il nipote, un ragazzo che fino a quel momento aveva ignorato.
Il viaggio diventa un’occasione di confronto e crescita per entrambi. Pietro, che inizialmente si mostra freddo e distaccato, lentamente si apre al dolore e alla vulnerabilità di Mattia, scoprendo un lato di sé che aveva sempre rimosso. Mattia, a sua volta, trova un punto di riferimento in Pietro, un nonno che, nonostante le sue imperfezioni, gli insegna a crescere e ad affrontare la vita.
Un’interpretazione profonda e toccante
Abatantuono, con la sua esperienza e la sua capacità di dare vita a personaggi complessi e sfumati, riesce a trasmettere la fragilità e la solitudine di Pietro, un uomo che si ritrova a dover affrontare il dolore della perdita e la responsabilità di un nuovo ruolo. La sua interpretazione è intensa e coinvolgente, capace di suscitare empatia e riflessione nello spettatore.
Il film, diretto con sensibilità e delicatezza da Gianni De Blasi, offre uno spaccato autentico e realistico della vita, esplorando temi universali come il dolore, la perdita, la redenzione e la scoperta di sé stessi. ‘L’ultima settimana di settembre’ è un film che tocca il cuore, lasciandoci con una profonda riflessione sulla fragilità della vita e sulla capacità di trovare la forza di andare avanti anche di fronte alle avversità.
Un film che ci invita a riflettere
Oltre all’interpretazione di Abatantuono, il film si distingue per la sua capacità di creare un’atmosfera intima e coinvolgente. La regia di De Blasi è attenta ai dettagli e alla costruzione dei personaggi, riuscendo a catturare l’essenza di un viaggio che è allo stesso tempo fisico e interiore.
Il film, che sarà distribuito da Medusa in 270 copie, si presenta come una proposta originale e profonda, che ci invita a riflettere sul valore della famiglia, sull’importanza di lasciarsi andare al dolore e sulla capacità di trovare la forza di andare avanti anche di fronte alle avversità. ‘L’ultima settimana di settembre’ è un film che ci invita a guardare dentro noi stessi, a confrontarci con le nostre fragilità e a scoprire la bellezza della vita in tutte le sue sfumature.
Un’occasione di riflessione sul dolore e la redenzione
‘L’ultima settimana di settembre’ non è solo un film di viaggio, ma un’occasione di riflessione profonda sul dolore, la perdita e la redenzione. Il percorso di Pietro, un uomo che si ritrova a dover affrontare la morte della figlia e la responsabilità di un nipote che non conosce, ci invita a riflettere sulla capacità di trovare la forza di andare avanti anche di fronte alle avversità. La sua trasformazione, da uomo solitario e cinico a nonno affettuoso e presente, ci dimostra che la vita è in continua evoluzione e che anche nelle situazioni più difficili c’è sempre la possibilità di trovare la luce e la speranza.