Le lacrime di Parigi e la competizione paralimpica
“Ho vissuto di tutto nella mia vita, ma le lacrime di quelle gara e medaglia sono uniche e non le ho mai ritrovate in niente”. Con queste parole, Manuel Bortuzzo, bronzo paralimpico a Parigi nei 100 rana, ha descritto l’emozione provata durante la gara, durante l’evento a Villa Madama per il lancio della Prima Edizione della “Giornata dello Sport Italiano nel Mondo”.
Il nuotatore ha poi proseguito: “Bastava avere pazienza, nel mondo paralimpico c’è una competizione che eguaglia quella olimpica. Non si può prendere sottogamba. Dopo anni sono orgoglioso di aver realizzato questo sogno. Sono tornato due gironi fa e non sto ancora realizzando. Credo sia un grandissimo insegnamento a livello umano per chi ci ha guardato per diffondere.”
Un messaggio di speranza e inclusione
Le parole di Bortuzzo rappresentano un messaggio di speranza e inclusione, sottolineando l’alto livello competitivo del mondo paralimpico e il valore umano del percorso di un atleta che ha saputo superare le difficoltà e raggiungere il successo. La sua esperienza può essere di ispirazione per tutti, dimostrando che con la determinazione e la perseveranza è possibile raggiungere i propri obiettivi, indipendentemente dalle sfide che si presentano.
Lo sport come strumento di inclusione
La testimonianza di Manuel Bortuzzo è un esempio di come lo sport possa essere un potente strumento di inclusione e di superamento delle barriere. La sua storia dimostra che il valore di un atleta non si misura solo dai risultati, ma anche dalla sua capacità di ispirare e di dare speranza a chi si trova ad affrontare sfide simili.