Natoli: “Non mi dimetto, non accetto processi sommari”
La consigliera del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), Rosanna Natoli, ha ribadito la sua ferma opposizione alla sua sospensione e ha respinto le accuse di peculato che le sono state rivolte. In un intervento al plenum del Csm, Natoli ha dichiarato: “Non mi dimetto, non accetto processi sommari”.
Natoli ha contestato la validità della perizia di parte che ha portato alla sua sospensione, sostenendo che non ha alcun valore probatorio. “Nessun atto di indagine è stato compiuto dalla Procura di Roma”, ha affermato, “e non può una perizia di parte, per di più non giurata, e depositata da una parte che ha numerosi procedimenti penali e disciplinari” avere valore di prova.
La consigliera ha espresso preoccupazione per le conseguenze della sua sospensione, definendola un “pericoloso precedente”. “La mia sospensione avalla un pericoloso precedente: basta che una procura formuli una iscrizione e si chiede la sospensione di un consigliere del Csm”, ha aggiunto.
Contesto e accuse
La sospensione di Natoli è stata decisa dal plenum del Csm a seguito di una perizia di parte che l’accusava di peculato. La perizia è stata depositata da una parte che ha numerosi procedimenti penali e disciplinari, e non è stata ancora oggetto di indagini formali da parte della Procura di Roma.
Natoli ha sempre negato le accuse e ha espresso la sua intenzione di difendersi in sede giudiziaria. La sua sospensione ha suscitato polemiche e dibattito sul ruolo del Csm e sulla necessità di garantire la correttezza dei procedimenti disciplinari.
Considerazioni
La vicenda di Rosanna Natoli solleva importanti questioni relative al sistema giudiziario italiano e al ruolo del Csm. La sospensione di un consigliere del Csm sulla base di una perizia di parte non ancora verificata da un’indagine formale solleva dubbi sulla correttezza del procedimento e sulla tutela dei diritti individuali. È fondamentale garantire un processo equo e imparziale a tutti, anche ai membri del Csm, e assicurarsi che le decisioni di sospensione siano prese solo dopo un’accurata valutazione delle prove e delle accuse. La vicenda di Natoli rappresenta un caso emblematico di come le dinamiche interne al sistema giudiziario possano influenzare la percezione della giustizia da parte dei cittadini.