L’indagine indipendente scagiona la Wada
Un’indagine indipendente, commissionata dalla stessa Wada, ha scagionato l’agenzia mondiale antidoping dall’accusa di aver favorito 23 nuotatori cinesi risultati positivi ad un controllo antidoping prima dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. L’indagine, condotta dal procuratore svizzero Eric Cottier, ha confermato la decisione della Wada di non squalificare gli atleti, dopo che erano risultati positivi alla trimetazidina.
Il rapporto, pubblicato il 9 luglio, conclude che la Wada ha svolto il suo lavoro in modo “autonomo, indipendente e professionale”, e che non vi è alcuna prova che l’agenzia abbia commesso errori nel non sanzionare i nuotatori. La Wada aveva accettato la giustificazione delle autorità cinesi di una “contaminazione alimentare” in un hotel come causa del risultato positivo dei test.
Le critiche dell’Usada e le raccomandazioni per il futuro
Nonostante le conclusioni dell’indagine, l’Usada, l’agenzia antidoping degli Stati Uniti, ha espresso la sua insoddisfazione, sostenendo che la Wada ha “soffocato” l’inchiesta. Il capo dell’Usada, Travis Tygart, ha chiesto ulteriori indagini, affermando che gli atleti puliti meritano la stessa attenzione e protezione da parte della Wada.
Il direttore generale della Wada, Olivier Niggli, ha ammesso che ci sono “lezioni da imparare” e che le regole antidoping e le procedure amministrative dell’agenzia potrebbero essere rafforzate. Il rapporto finale raccomanda di migliorare le linee guida interne della Wada per la gestione dei casi di doping, di comunicare meglio i casi sospetti con le agenzie nazionali antidoping e gli atleti, e di ottimizzare un database per avvisare i responsabili in caso di ritardo nell’analisi dei test.
Un gruppo di lavoro è stato istituito per presentare raccomandazioni a dicembre.
La Cina ribadisce il suo impegno contro il doping
Il governo cinese ha espresso soddisfazione per le conclusioni dell’indagine, ribadendo il suo impegno per la lotta al doping. Il portavoce del ministero degli Affari esteri, Mao Ning, ha dichiarato che la Cina “ha sempre rispettato rigorosamente le normative internazionali in materia di doping e ha un atteggiamento di tolleranza zero nei confronti del doping”.
Un caso controverso con implicazioni importanti
Il caso dei 23 nuotatori cinesi è stato molto controverso, sollevando dubbi sull’efficacia delle procedure antidoping e sulla trasparenza della Wada. L’indagine indipendente ha cercato di fare chiarezza su questa vicenda, ma le critiche dell’Usada e le raccomandazioni per migliorare le procedure antidoping dimostrano che il lavoro della Wada è ancora in corso. È importante che la Wada continui a lavorare per garantire l’integrità dello sport e la protezione degli atleti puliti.