Dubbi sulla legittimità costituzionale dell’abrogazione del reato di abuso di ufficio
La Procura di Reggio Emilia ha sollevato questione di legittimità costituzionale della norma che, ad agosto, ha abrogato il reato di abuso di ufficio. L’istanza è stata presentata al tribunale nel contesto del processo sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza, che vede tra gli imputati anche l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (Pd). La contrarietà della Procura riguarda gli articoli 3, 24 e 117 della Costituzione. Si prevede che i giudici reggiani si pronunceranno sulla questione nella prossima udienza.
Il processo sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza
Il processo in questione coinvolge 17 persone, tra cui Carletti, accusate di abuso di ufficio. L’inchiesta che ha portato al processo risale al 2019 e ha suscitato numerose polemiche politiche. L’abrogazione del reato di abuso di ufficio, introdotta con la riforma della giustizia, ha sollevato dubbi sulla possibilità di perseguire le accuse in questo caso specifico.
Implicazioni per il processo e la giustizia
La decisione dei giudici reggiani avrà importanti implicazioni per il processo in corso e, più in generale, per la giustizia italiana. Se la Corte Costituzionale dovesse dichiarare l’incostituzionalità della norma che ha abrogato il reato di abuso di ufficio, si aprirebbero nuove prospettive per il processo sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza e per altri casi simili. Tuttavia, la decisione della Corte potrebbe anche avere un impatto più ampio, ridefinendo il panorama giuridico in materia di reati contro la pubblica amministrazione.