Il ddl Casellati sul premierato rinviato
Il ddl Casellati sul premierato, una riforma cara a Fratelli d’Italia e alla premier Meloni, non approderà in Aula della Camera nel prossimo trimestre. La decisione è stata presa dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, che ha predisposto il calendario dei lavori fino a novembre. La scelta potrebbe comportare uno slittamento al 2025, visto il complesso calendario di dicembre.
La decisione ha colto di sorpresa molti gruppi di opposizione, che si aspettavano un iter accelerato della riforma. Il documento con le priorità del governo per il trimestre, trasmesso lunedì a Montecitorio, indicava il ddl come priorità. Tuttavia, a Palazzo Chigi si è preferito mettere in sicurezza il provvedimento rispetto alle tensioni e alle polemiche che potrebbero manifestarsi sulla manovra durante la sessione di bilancio.
Reazioni e commenti
“Il premierato è scomparso dai radar”, ha detto ai cronisti la presidente dei deputati del Pd, Chiara Braga, al termine della conferenza dei capigruppo. Il governo, con il ministro Luca Ciriani, non aveva fatto alcuna richiesta di inserire il ddl nel programma trimestrale dell’Aula, nonostante il documento trasmesso alla Camera appena 48 ore prima indicasse come priorità sia il premierato che la separazione delle carriere.
“Se ne parlerà l’anno prossimo, forse”, ha pronosticato la capogruppo di Avs Luana Zanella. In effetti, non è escluso che a dicembre ci siano pochi spazi in Aula, dato che l’Assemblea di Montecitorio potrebbe essere impegnata negli ultimi passaggi della legge di Bilancio e in altre sedute dedicate ai decreti.
Gli esponenti della maggioranza non vedono nulla di inaspettato. “La Commissione sta ancora svolgendo le audizioni su entrambe le riforme a settimane alterne”, ha osservato Alessandro Urzì, capogruppo di Fdi in Affari costituzionali. “Con le audizioni arriveremo a metà ottobre”, ha chiosato Igor Iezzi, capogruppo della Lega in Commissione. “A quel punto si aprirà la fase degli emendamenti e procederemo senza forzature dei tempi”, ha aggiunto Urzì.
“L’auspicio è che questo tempo sia utilizzato dalla commissione per un approccio dialogante alla riforma e che il testo possa essere emendato”, ha commentato Federico Fornaro (Pd).
Tempi dilatati e margini di modificazione
I tempi più dilatati d’esame in Commissione non solo mettono al riparo la riforma dalle tensioni che riguarderanno la manovra, ma consentono al governo di ragionare sui margini di modificazione del testo e sulla legge elettorale. Su quest’ultima, restano profonde le divisioni tra Fdi e Lega, con la prima che punta i piedi su un sistema a turno unico.
Un rinvio strategico o un segnale di incertezza?
Il rinvio del ddl Casellati sul premierato solleva diverse questioni. Da un lato, la decisione potrebbe essere interpretata come un’azione strategica del governo per evitare tensioni durante la sessione di bilancio. Dall’altro, potrebbe essere un segnale di incertezza o di difficoltà nel raggiungere un accordo tra le forze politiche sulla riforma. Sarà interessante osservare come si evolverà la situazione nei prossimi mesi e se il governo riuscirà a portare avanti la riforma con un’ampia condivisione.