La tragedia della Grande Guerra vista attraverso gli occhi di due soldati
Campo di Battaglia, il nuovo film di Gianni Amelio presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, ci porta nel cuore della Prima Guerra Mondiale, un conflitto che ha segnato profondamente la storia del XX secolo. Il film si concentra sulle storie di due soldati, Stefano e Giovanni, interpretati rispettivamente da Gabriel Montesi e Alessandro Borghi, e sulla loro esperienza al fronte.
Stefano, un ufficiale medico rigido e intollerante, incarna la figura del soldato che crede fermamente nella necessità di combattere per la patria. Giovanni, invece, è un uomo più fragile, tormentato dai dubbi e dalla paura della morte. La loro diversa visione della guerra e la loro esperienza al fronte li porteranno a confrontarsi con la brutalità del conflitto e con la fragilità della vita umana.
Il film non si limita a descrivere la guerra come un campo di battaglia, ma esplora anche le emozioni e i sentimenti dei soldati, il loro desiderio di sopravvivere, la loro paura della morte e la loro disperazione.
L’autolesionismo: un modo per sfuggire al fronte
Un tema centrale del film è l’autolesionismo, un fenomeno che si diffuse tra i soldati durante la Grande Guerra. Molti giovani uomini, per sfuggire al fronte e alla morte, si procuravano ferite e mutilazioni, arrivando a spararsi ad un piede o a una mano, a schiacciarsi un arto o a procurarsi malattie gravissime.
La storica della medicina Eugenia Tognotti, docente all’università di Sassari, spiega che le condanne per autolesionismo pronunciate dai tribunali militari furono circa diecimila. “Un numero elevatissimo di giovani uomini era disposto a tutto pur di scampare alla morte”, afferma la Tognotti.
Il film di Amelio mostra come i medici militari impararono a riconoscere le ferite autoinflitte, come le cecità momentanee, le piaghe procurate da iniezioni di sostanze irritanti, le congiuntiviti prodotte da varie sostanze.
Ma non era solo l’autolesionismo il modo per sfuggire al fronte. Alcuni soldati si travestirono da donne, come Achille nel mito greco, per evitare la guerra.
L’impatto dell’influenza spagnola sulla Grande Guerra
Oltre alla tragedia della guerra, il film di Amelio esplora anche l’impatto dell’influenza spagnola, un’epidemia che colpì i soldati e che contribuì a cambiare il corso della guerra.
L’influenza spagnola, che colpì tutti i fronti, si diffuse rapidamente in Italia a causa del ritardo nel comunicare l’emergenza e della censura che pesava sulla stampa. La malattia segnò il futuro anche dopo la fine della guerra, come dimostra il caso del presidente statunitense Thomas Woodrow Wilson, che fu colpito dall’influenza durante i negoziati per la pace a Parigi.
La Tognotti sottolinea come l’influenza spagnola abbia avuto un impatto significativo sulla salute mentale dei soldati. Molti di loro, dopo la guerra, soffrirono di disturbi mentali e furono ricoverati nei manicomi statali.
Un film che ci ricorda la tragedia della guerra e le sue conseguenze
Campo di Battaglia è un film che ci ricorda la tragedia della guerra e le sue conseguenze. Il film ci mostra la brutalità del conflitto, la sofferenza dei soldati, l’impatto dell’influenza spagnola e le conseguenze psicologiche della guerra.
Il film di Amelio è un’opera importante che ci invita a riflettere sulla guerra e sulle sue conseguenze, un monito a non dimenticare le tragedie del passato e a lavorare per costruire un futuro di pace.
Riflessioni sul film e la Grande Guerra
Campo di Battaglia è un film che ci fa riflettere sulla Grande Guerra e sulle sue conseguenze. Il film ci mostra la brutalità del conflitto e la sofferenza dei soldati, ma ci fa anche capire che la guerra non è solo un campo di battaglia, ma un’esperienza che segna profondamente la vita delle persone. Il film ci invita a riflettere sul valore della vita e sulla necessità di costruire un futuro di pace.