Un film autobiografico e di maturità
“L’Orto Americano” è un film che parla di solitudine, un tema a cui Pupi Avati si sente profondamente legato. Il regista, in un’intervista, ha confessato di identificarsi con il protagonista, Filippo, un uomo che si confronta con i fantasmi del passato e con la propria solitudine. Avati, che ha 85 anni, descrive il film come un’opera di maturità, in cui si sente il bisogno di lasciare tracce e di confrontarsi con il proprio passato. “Sono un disturbato proprio come lui”, ha detto Avati, “anche io la sera prima di dormire parlo con i morti”. Il film è quindi un viaggio introspettivo che si intreccia con elementi soprannaturali e autobiografici, creando un’atmosfera inquietante e suggestiva.
Un viaggio nel passato e nel mistero
“L’Orto Americano” è ambientato nell’immediato dopoguerra a Bologna, ai tempi della Liberazione. Il protagonista, un giovane aspirante scrittore, si innamora di Barbara, una bellissima nurse dell’esercito americano. L’anno dopo, il giovane si trasferisce nel Midwest americano per cercare di ritrovare la sua amata, ma si ritrova a vivere in una casa contigua a quella di Barbara, separata solo da un orto. Lì vive l’anziana madre di Barbara, che è disperata per la scomparsa della figlia. Il giovane scrittore si imbatte in un mistero che lo trascinerà in un’avventura terrificante. Nell’orto, in una teca, scopre dei resti umani femminili che potrebbero far riferimento a un pericoloso serial killer. La ricerca di verità lo porterà a confrontarsi con la propria solitudine, con i fantasmi del passato e con la paura del futuro.
Un ritorno alle origini
“L’Orto Americano” è un ritorno alle origini per Pupi Avati, che rievoca l’atmosfera di “La casa dalle finestre che ridono”, suo horror del 1976 che vinse il premio della Critica al Festival du Film Fantastique di Parigi e divenne un film di culto. Il film è girato in bianco e nero, con un’atmosfera gotica e inquietante che ricorda il cinema di Dario Argento e di Mario Bava. L’uso del bianco e nero contribuisce a creare un’atmosfera di mistero e di suspense, che avvolge lo spettatore in un’atmosfera onirica e surreale.
L’eredità di Avati
“L’Orto Americano” è un film che dimostra la grande capacità di Pupi Avati di raccontare storie di solitudine e di mistero con un’atmosfera gotica e inquietante. Il film è un omaggio al cinema horror italiano e un ritorno alle origini per il regista, che ha saputo rinnovare il suo stile e la sua visione del cinema.