Il rialzo del gas e le cause
Il prezzo del gas naturale è tornato a salire sulla piazza Ttf di Amsterdam, con i contratti future sul mese di ottobre che hanno sfiorato quota 37 euro al MWh, registrando un rialzo dell’1,32% a 36,96 euro. Le cause di questo rialzo sono da ricercare nella prima ondata di freddo autunnale e nei conseguenti rischi di tempeste sul golfo del Messico. Le temperature minime sono previste in calo a 5,5 gradi a Londra e 6,5 gradi a Francoforte, il che potrebbe aumentare la domanda di riscaldamento e, di conseguenza, la pressione sui prezzi del gas. Le tempeste sul golfo del Messico, inoltre, potrebbero interrompere le forniture di gas naturale liquefatto (GNL) dall’America del Nord, causando ulteriori tensioni sul mercato.
Livelli di scorte record
Nonostante il rialzo dei prezzi, le scorte di gas naturale dell’Unione Europea si mantengono su livelli record per il periodo, con 1.063 TWh stoccati, pari al 92,85% della capacità complessiva e a oltre il 28% del fabbisogno medio annuo di oltre 3.760 TWh. In Germania, le scorte sono al 95,4% a 239,56 TWh, su un fabbisogno annuo di 888,88 TWh, mentre in Italia sono al 96,63% a 187,33 TWh, su un fabbisogno annuo di 750,6 TWh. Questi livelli record di scorte offrono una certa tranquillità per l’inverno, garantendo una maggiore sicurezza energetica e mitigando il rischio di carenze.
Un’estate calda e un autunno incerto
Il rialzo del prezzo del gas è un segnale che la situazione energetica in Europa rimane delicata. L’estate calda ha contribuito a rimpinguare le scorte, ma l’arrivo del freddo e la minaccia di tempeste sul golfo del Messico creano un’incertezza sul mercato. È importante che i governi europei continuino a lavorare per diversificare le fonti di approvvigionamento e rafforzare le infrastrutture energetiche, al fine di garantire la sicurezza energetica a lungo termine.