L’ex sindaco Cisint smentisce il divieto di cricket a Monfalcone
L’ex sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, oggi europarlamentare, ha smentito categoricamente la notizia di un presunto divieto di giocare a cricket nella città. In una nota, Cisint ha definito le accuse di razzismo e le notizie diffuse come “fakenews”, attribuendole ad una “faziosa giornalista della BBC” che non avrebbe cercato la sua versione dei fatti.
Secondo Cisint, il regolamento comunale non vieta il gioco del cricket, ma vieta solo alcuni comportamenti che potrebbero danneggiare beni o persone in alcune zone pubbliche. Questo vale per ogni attività, dal calcio al cricket, e non è specifico per una particolare comunità o gruppo etnico.
“Nel regolamento comunale non esiste alcun divieto del gioco del cricket, semplicemente in alcune zone pubbliche, come avviene ovunque, sono vietati dei comportamenti potenzialmente capaci di danneggiare beni e far male alle persone. Così vale per il cricket, il calcio e ogni altra attività”, precisa Cisint nella sua nota.
Un’accusa di strumentalizzazione politica
Cisint ha accusato alcuni organi di informazione di volerla screditare e di strumentalizzare la questione del cricket per colpire la sua “battaglia” contro le “prevaricazioni delle comunità islamiche”.
“Si tratta dell’ennesimo bombardamento finalizzato a colpire me e la mia battaglia, che fa ancora una volta emergere l’esistenza di una volontà di zittirmi insieme a tutti i cittadini esausti di dover soggiacere alle prevaricazioni delle comunità islamiche”, ha scritto Cisint.
Secondo l’europarlamentare, la vicenda del cricket sarebbe solo un pretesto per attaccare la sua posizione critica nei confronti dell’immigrazione e delle politiche di integrazione. Cisint ha accusato alcuni gruppi islamici di voler “fare quello che vogliono” senza rispettare le regole e di “discriminare chi le segue” con la scusa del razzismo.
“Tutto questo nasconde solo la volontà di gruppi di islamici di voler fare quello che vogliono, senza rispettare le regole, discriminando invece chi le segue, con la scusa del razzismo, dietro la quale falsamente si proteggono con la complicità della stampa di sinistra”, ha accusato Cisint.
L’ex sindaco evidenzia altri problemi della città
Cisint ha anche evidenziato altri problemi che secondo lei affliggono Monfalcone, come la costruzione di nuove scuole, il welfare del Comune assorbito dagli extracomunitari, le politiche di una grande azienda che ha importato manodopera povera e le donne e le bambine con il volto coperto.
“Si parli solo di un presunto divieto del cricket, ma nulla si dice delle nuove scuole costruite, del 90% del welfare del Comune assorbito dagli extracomunitari e delle politiche scellerate della grande azienda che ha fatto snaturare la nostra città, importando dal 2005 manodopera povera grazie ai subappalti selvaggi e nulla dice neanche delle donne e bambine con il volto integramente coperto sottomesse dall’Islam più radicale, di cui io invece ho parlato”, conclude il comunicato.
Un’analisi critica
La dichiarazione di Cisint solleva importanti questioni relative alla libertà di espressione, alla rappresentazione mediatica e al dibattito pubblico. È importante analizzare con attenzione le accuse di “fakenews” e di strumentalizzazione politica, valutando la veridicità delle informazioni e il contesto in cui sono state diffuse. Inoltre, è necessario riflettere sulla complessità del tema dell’immigrazione e dell’integrazione, evitando generalizzazioni e pregiudizi. Il dibattito pubblico dovrebbe essere caratterizzato da un confronto aperto e costruttivo, che tenga conto di tutti i punti di vista e delle diverse prospettive.