Il ritorno a casa di Chico
Dopo 24 anni di prigione, Chico è tornato a casa a Trento. Lo zio Gianni, che lo ha accolto all’aeroporto, ha parlato con i giornalisti, descrivendo l’emozione del momento e l’affetto della mamma di Chico, che ha aspettato con ansia il suo ritorno.
“Io attendo Chico qui in strada e lo accompagnerò su a casa raccomandandogli di non stringere troppo la mamma”, ha detto lo zio Gianni. “Ha quattro ore per questo incontro grazie ad un permesso speciale”, ha spiegato. “La mamma comunque è bella pimpante per la gioia di rivedere suo figlio. Abbiamo tanto pianto e tanto sofferto e ora è giusto gioire un po’, che è infatti proprio nello spirito di Chico, sempre ironico. Chi resiste per 24 anni in un carcere? Un eroe, lo dico io che sarei morto dopo una settimana”, ha ribadito lo zio.
Le critiche allo Stato
Lo zio Gianni ha anche espresso la sua critica al trattamento riservato a Chico da parte dello Stato. “La prigione – ha proseguito – gli ha fatto un grande applauso, qualcuno gli ha dato qualcosa da indossare. Lui è arrivato qui con la maglietta e la giacchetta da detenuto perché uscito dalla Corte è salito su un aereo, in rientro dal Canada. Gli hanno anche rinfacciato questo, 160 mila euro, che un comune trentino li spende per una sagra. Siamo arrivati a limiti veramente bassi e vergognosi che non riesco a capacitarmi”, così lo zio.
La storia di Chico: un esempio di resilienza
La storia di Chico è un esempio di resilienza e di forza d’animo. La sua capacità di resistere per 24 anni in prigione, mantenendo un atteggiamento ironico e positivo, è un messaggio di speranza per tutti coloro che si trovano in situazioni difficili. La sua storia ci ricorda che la speranza e la dignità possono sopravvivere anche nelle situazioni più oscure.