Un secondo incubo per la maestra Francescangeli
Dopo due sospensioni, una per aver fatto pregare i bambini in classe e l’altra per aver schiaffeggiato un’alunna di 10 anni, Marisa Francescangeli, maestra elementare dell’Oristanese, è tornata in servizio. La sospensione di 90 giorni, disposta dall’Ufficio scolastico regionale, è cessata e l’insegnante ha ripreso il suo posto in classe.
Tuttavia, la vicenda non si è conclusa con il ritorno in servizio. La maestra Francescangeli ha deciso di mettersi in malattia e, a partire dal prossimo anno scolastico, di cambiare scuola. “Per me finisce un secondo incubo”, ha dichiarato all’Unione Sarda. “Ho deciso però, per motivi di salute, di stare a casa. Finisco così il mio anno scolastico”.
La decisione di cambiare scuola è stata presa dopo le vicende che hanno coinvolto la maestra Francescangeli. “Dopo tutto ciò che ho vissuto preferisco cambiare aria”, ha aggiunto.
Le accuse e le sospensioni
La prima sospensione di Marisa Francescangeli risale all’aprile 2023. Era stata accusata da alcune mamme di far pregare i bambini in classe durante una supplenza. Il dirigente scolastico aveva esposto la vicenda all’Ufficio scolastico provinciale, che aveva sospeso l’insegnante per 20 giorni.
Il secondo provvedimento di sospensione è stato emesso il 22 febbraio. In questo caso, la maestra Francescangeli è stata accusata di aver schiaffeggiato una bambina di dieci anni. La sospensione è durata tre mesi.
La vicenda giudiziaria
La vicenda non si conclude con il ritorno in servizio della maestra Francescangeli. A settembre si terrà un’udienza davanti alla giudice del Tribunale del lavoro. L’insegnante, assistita dai legali Elisabetta Mameli e Domenico Naso della Uil, aveva presentato un ricorso per chiedere l’annullamento della prima sospensione.
Inoltre, la maestra Francescangeli ha presentato una querela per mobbing alla stazione dei carabinieri di San Vero Milis. La querela è stata presentata tre mesi fa, ma non si hanno ancora notizie in merito.
Un caso complesso
La vicenda della maestra Francescangeli solleva diversi interrogativi. Da un lato, è comprensibile la preoccupazione dei genitori per la sicurezza e il benessere dei propri figli. Dall’altro, è importante garantire il diritto alla difesa e al lavoro di ogni insegnante. Il caso evidenzia la complessità del rapporto tra scuola, famiglia e istituzioni, e la necessità di affrontare tali situazioni con equilibrio e rispetto per tutte le parti coinvolte.