L’IA e il futuro dell’informazione: un dibattito acceso
Il Festival dell’economia di Trento ha ospitato un panel dedicato al rapporto tra informazione ed intelligenza artificiale, un tema di grande attualità che sta suscitando preoccupazioni e dibattiti in tutto il mondo. Il sottosegretario all’informazione e all’editoria Alberto Barachini ha sottolineato l’importanza di sostenere l’informazione creativa e originale, tutelandola dai rischi dell’innovazione senza però sovraregolarla. L’Italia, ha aggiunto, partecipa attivamente al tavolo per l’IA Act e ha recentemente approvato un ddl che tutela il copyright, prevede l’identificazione dei contenuti realizzati con l’IA e introduce una aggravante per il deepfake.
Barachini ha anche espresso preoccupazione per la crescente difficoltà da parte dei cittadini di distinguere tra contenuti reali e artificiali. "Ci sono tanti cittadini italiani che non sanno distinguere un contenuto artificiale da uno non artificiale", ha affermato. "Ci sono cittadini che pensano addirittura che l’informazione non firmata sia più indipendente".
I rischi dell’IA per l’editoria e la democrazia
Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore, ha condiviso le preoccupazioni di Barachini, evidenziando il rischio di violazione del copyright e la capacità dell’IA di influenzare il momento elettorale, minacciando la democrazia. "Uno dei rischi più importanti a livello globale", ha affermato Cartia d’Asero. "L’approccio umano centrico per me è fondamentale", ha aggiunto, sottolineando l’importanza di non affidarsi esclusivamente a contenuti generati dall’IA.
Cartia d’Asero ha anche ricordato che già oggi una parte significativa degli editori si affida ai motori di ricerca e che questa tendenza è destinata a crescere. "Il 40% degli editori viaggia su motori di ricerca e si andrà sempre più in questa direzione", ha detto. "L’informazione è uno strumento di presidio della democrazia e deve continuare ad esserlo", ha concluso.
La sfida del dumping e l’investimento nell’IA
Barachini ha anche affrontato il tema del "dumping" tra Europa e resto del mondo, sottolineando come Stati Uniti, Cina e Gran Bretagna abbiano investito massicciamente nell’intelligenza artificiale, mentre l’Europa è rimasta indietro. "Noi non stiamo cercando di rallentare l’editoria ma va salvaguardato il sistema", ha detto. "L’IA sarà il futuro professionale ma non dobbiamo scordare da dove veniamo", ha aggiunto. "L’avvento del web ha cambiato la percezione dei cittadini e l’intelligenza artificiale potrebbe avere un impatto simile", ha concluso.
Un futuro incerto per l’informazione
L’intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere per l’informazione, ma al contempo solleva importanti interrogativi etici e sociali. È fondamentale garantire che l’informazione generata dall’IA sia affidabile, trasparente e non manipolata, per evitare che la disinformazione e la propaganda prendano il sopravvento. La sfida è trovare un equilibrio tra innovazione e tutela della democrazia, garantendo che l’informazione rimanga uno strumento di libertà e di conoscenza per tutti.