Reintegrazione dopo 4 anni e mezzo
Nove agenti penitenziari sospesi dal servizio per i fatti del carcere di Santa Maria Capua Vetere nell’aprile 2020 sono stati reintegrati. Lo rende noto l’Uspp, che esprime soddisfazione per il provvedimento. “Apprendiamo con soddisfazione – commentano il presidente Giuseppe Moretti e il segretario Ciro Auricchio – dei provvedimenti di reintegro dei poliziotti penitenziari sospesi dal servizio: bisogna evidenziare che sono passati più di 4 anni e mezzo rispetto ai fatti contestati e che i colleghi sospesi dal 2021 ad oggi hanno subito gravi disagi economici insieme ai loro familiari perché lo stipendio si era notevolmente ridotto.”
L’Uspp: “Provvedimenti eccessivamente penalizzanti”
L’Uspp sottolinea come i provvedimenti di sospensione fossero “eccessivamente penalizzanti” e come gli esiti del mega processo, ancora in corso, possano portare a risultati meno severi rispetto alle accuse iniziali. “Eravamo certi – proseguono i due sindacalisti – che si fosse trattato di provvedimenti eccessivamente penalizzanti perché gli esiti del mega processo, ancora in corso, potranno con alta probabilità essere, per alcuni, meno infausti rispetto alle accuse mosse, considerato che le stesse non troverebbero corrispondenza probatoria nel dibattimento.”
Il contesto del carcere di Santa Maria Capua Vetere
Il sindacato sottolinea l’importanza di contestualizzare i fatti in un contesto di carenza di organico e sovraffollamento. “Siamo convinti – sottolineano Moretti e Auricchio – che la nostra azione abbia inciso su questo risultato, e che sia fondamentale contestualizzare i fatti anche in considerazione delle gravi ed annose criticità del sistema penitenziario, quali il sovraffollamento e la carenza di organico.” Nell’Istituto di Santa Maria Capua Vetere mancano quasi 80 unità di personale di polizia penitenziaria, nonostante ciò il personale in servizio svolge il proprio lavoro con grande spirito di sacrificio garantendo ordine e sicurezza all’interno dell’istituto. “Nell’Istituto di Santa Maria Capua Vetere – ricordano il presidente e il segretario regionale dell’Uspp – mancano quasi 80 unità di personale di polizia penitenziaria. Ciononostante il personale di polizia penitenziaria ivi in servizio svolge il proprio operato con grande spirito di sacrificio, riuscendo comunque a garantire l’ordine e la sicurezza all’interno.”
Un passo verso la giustizia?
La reintegrazione degli agenti penitenziari è un passo verso la giustizia, ma è importante ricordare che il processo è ancora in corso. L’Uspp ha sottolineato l’importanza di contestualizzare i fatti in un contesto di carenza di organico e sovraffollamento, un problema che affligge il sistema penitenziario italiano da anni. La reintegrazione potrebbe essere un segnale di un cambio di rotta verso una maggiore attenzione alle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari e alla situazione dei carceri italiani.