L’Ucronia: Un viaggio nel ‘non tempo’
Emmanuel Carrere, uno degli scrittori contemporanei più apprezzati, torna a parlare di un tema che lo ha affascinato sin dalla sua tesi di laurea: l’Ucronia. Il suo libro, intitolato proprio “Ucronia”, dopo 35 anni dalla sua prima edizione in Francia, arriva finalmente in Italia per Adelphi, in una nuova traduzione di Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco.
L’Ucronia, dal greco “ou-chronos”, che significa “non in nessun tempo”, è un genere letterario che si interroga su cosa sarebbe successo se un certo evento storico fosse andato in un altro modo. Un’esplorazione delle infinite possibilità del “non tempo”, un viaggio in mondi paralleli dove la storia ha preso un corso diverso. Carrere, con la sua consueta acutezza e intelligenza, ci invita a riflettere su cosa sarebbe successo se Napoleone avesse vinto a Waterloo o se Gesù non fosse stato crocifisso.
L’Ucronia, secondo Carrere, è un tema che resta attuale anche dopo 35 anni. “È la caratteristica degli eventi potenzialmente epocali o storici”, afferma lo scrittore, citando l’esempio di Donald Trump e il proiettile che lo ha mancato di un soffio. “Credo sia un pensiero che abbiamo fatto tutti. Ma voglio sperare che potremmo sbarazzarci di Donald Trump senza dover fare affidamento su una pallottola”, aggiunge con un sorriso.
Un’attualità sorprendente
Carrere sottolinea come l’Ucronia sia un tema che ha una strana attualità in un mondo dove si parla di “alternative facts”, come quelli citati da Donald Trump. “L’Ucronia è ancora tra noi”, afferma lo scrittore, evidenziando come la nostra società sia sempre più permeata da verità alternative.
Il libro, che non ha subito modifiche dalla prima edizione del 1986, è un viaggio in un mondo di congetture, dove il passato, il presente e il futuro si intrecciano. Carrere, citando il marchese De Sade, afferma che “il passato mi incoraggia, il presente mi galvanizza, il futuro non mi fa paura”.
L’Ucronia vs Utopia
Carrere si interroga anche sulla diversa fortuna dell’Ucronia rispetto all’Utopia. “È curiosa questa cosa della diversità di successo, anche dal punto di vista intellettuale”, afferma. “Quando ho scritto il libro non c’era nulla mentre le biblioteche erano piene di lavori sull’utopia. Forse un’ipotesi è che questi sogni a occhi aperti non hanno alcuna utilità”.
Il termine Ucronia, coniato nel 1876 dal filosofo francese Charles Renouvier, è rimasto per lungo tempo poco conosciuto, mentre l’Utopia, coniato da Tommaso Moro, ha goduto di una maggiore diffusione e di un certo prestigio intellettuale.
Il giornalismo come genere letterario
Carrere, oltre che scrittore, è anche un giornalista di grande esperienza. “Il giornalismo non lo considero una forma inferiore o subalterna alla letteratura, ma un genere letterario a pieno titolo”, afferma. “Lo ho sempre considerato un mezzo molto prezioso per andare verso l’esterno, per scoprire persone e situazioni che altrimenti non incontreresti”.
Carrere, che ha iniziato a scrivere molto presto, incoraggiato da una famiglia in cui la lettura era molto praticata, considera la lettura la sua attività per eccellenza. “Ho sempre letto moltissimo”, afferma.
Un futuro tra medicina e scrittura
Carrere, con la sua mente curiosa e la sua passione per la conoscenza, si interroga anche sul suo futuro. “Qualche volta mi sono detto che mi piacerebbe fare un lavoro vero, con qualche utilità sociale, il medico”, confessa. Ma la sua passione per la scrittura è innegabile e continua a scrivere con la stessa energia e la stessa curiosità che lo ha sempre contraddistinto.
Con il suo nuovo libro, che si intitolerà “La storia della mia famiglia”, Carrere si addentra in un nuovo territorio, quello della memoria personale, raccontando la storia dei suoi genitori, entrambi scomparsi nell’ultimo anno. Un’altra sfida per un autore che non smette mai di esplorare nuovi orizzonti.
Un viaggio nella storia e nella mente
L’Ucronia di Carrere è un viaggio affascinante non solo nella storia, ma anche nella mente umana. Ci invita a riflettere sulle infinite possibilità del passato e su come le nostre scelte, anche le più piccole, possono cambiare il corso della storia. È un libro che stimola la curiosità e la riflessione, un’esplorazione di mondi possibili e di scenari alternativi che ci invita a guardare al passato con occhi nuovi e a interrogarci sul futuro che ci attende.