Un nuovo caso di doping nel mondo del pugilato
Dopo il caso di Ryan Garcia, positivo per steroidi, un nuovo scandalo scuote il mondo del pugilato. La campionessa del mondo dei pesi supergallo Wba, Erika ‘Dinamita’ Cruz, è stata trovata positiva al controllo antidoping del match disputato lo scorso 11 maggio ad Aguascalientes contro l’argentina Nazarena Romero. La sfida, terminata in parità, è ora macchiata da una grave accusa che potrebbe costare cara alla pugile messicana.
Tracce di Stanozololo nelle urine della Cruz
Nelle urine della campionessa sono state infatti riscontrate tracce di Stanozololo, uno steroide derivato del testosterone, ampiamente utilizzato per il potenziamento muscolare. La scoperta ha immediatamente scatenato un’ondata di polemiche e dubbi sulla legittimità della vittoria della Cruz. La pugile messicana, già campionessa del mondo dei pesi piuma, rischia ora una lunga squalifica e la perdita della cintura mondiale in suo possesso.
La controanalisi potrebbe confermare la positività
La Cruz ha il diritto di richiedere una controanalisi per cercare di dimostrare la sua innocenza. Tuttavia, se i risultati saranno confermati, la pugile dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni. La federazione Wba ha già aperto un’indagine per accertare la veridicità dei fatti e valutare le eventuali sanzioni da comminare.
Un duro colpo per il pugilato
Questo nuovo caso di doping è un duro colpo per il mondo del pugilato, già alle prese con diverse controversie in materia di fair play. La positività di Erika ‘Dinamita’ Cruz dimostra che il problema del doping è ancora presente in questo sport, nonostante i controlli sempre più rigorosi. La necessità di tutelare l’integrità e la trasparenza del pugilato è più che mai urgente.