La Sea Watch 5 bloccata a Civitavecchia
La Sea Watch 5, nave della ong tedesca, è stata bloccata a Civitavecchia dopo aver salvato 289 persone in mare. Le autorità italiane hanno accusato la nave di aver soccorso senza aver prima ricevuto il permesso dalle autorità libiche. La ong, tuttavia, contesta l’accusa, sostenendo che il diritto internazionale non prevede l’obbligo di ricevere un’autorizzazione per poter soccorrere chi si trova in pericolo in mare.
La contestazione della Sea Watch
Sea Watch sostiene che il centro di coordinamento al soccorso libico non soddisfa i requisiti internazionali per poter essere definito tale. La ong ricorda che anche il tribunale di Crotone ad aprile sentenziò che le attività della guardia costiera libica non sono qualificabili come attività di soccorso. La ong conclude che si tratta di un’azione di disturbo mirata a intralciare le uniche navi che si fanno carico dei compiti di salvare le persone in mare e garantirne il rispetto dei diritti umani fondamentali.
Considerazioni sul ruolo delle ong nel Mediterraneo
La vicenda della Sea Watch 5 solleva ancora una volta la questione del ruolo delle ong nel Mediterraneo. Le ong sono spesso accusate di favorire l’immigrazione clandestina, ma la loro azione è fondamentale per salvare vite umane in mare. È importante che le autorità italiane e internazionali trovino una soluzione che permetta alle ong di svolgere il loro lavoro in modo efficace e sicuro, garantendo al contempo il rispetto delle leggi e dei diritti umani.