La Commissione Antimafia riceve 10 mila pagine di atti
La Commissione parlamentare antimafia ha ricevuto dalla Procura di Perugia oltre 10 mila pagine di atti relativi all’indagine sugli accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale antimafia (Dna). I documenti, a divulgazione limitata, sono stati trasmessi dopo che il gip ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano e per l’ex sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati. La decisione del gip è stata impugnata al riesame dall’Ufficio guidato da Raffaele Cantone.
Il contenuto degli atti e le indagini
Il capogruppo del Pd in Commissione Antimafia, Walter Verini, ha dichiarato che si tratta di “carte a divulgazione limitata” e che non può rivelare il loro contenuto. Ha però aggiunto che, come emerso in precedenza, gli accessi di Striano hanno riguardato un’ampia gamma di soggetti, “da ministri a personaggi dello sport e dello spettacolo, da gestori di bed and breakfast a frati minori conventuali”. Verini ha sottolineato che, se alla base dei comportamenti illeciti c’è un disegno, “si stenta a vederne natura, contorni e finalità”.
Il ruolo della Commissione Antimafia
Verini ha ribadito che la Commissione Antimafia, senza interferire con l’inchiesta, “deve contribuire ad accendere fari verso la verità dei fatti”. Ha inoltre sottolineato che i vertici della Dna al tempo dei fatti sono “parte lesa rispetto ai traffici illeciti”.
La necessità di trasparenza e la lotta alla propaganda
Il senatore Verini ha concluso ribadendo che “a nessuno può essere consentito di usare la Commissione Antimafia per finalità di propaganda elettorale e partitica che ne delegittimano la funzione”.
L’importanza della trasparenza
La vicenda degli accessi abusivi alle banche dati della Dna solleva importanti questioni di trasparenza e di rispetto della privacy. È fondamentale che la Commissione Antimafia svolga il suo ruolo di controllo e di garanzia, assicurando che la verità emerga e che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni.