La denuncia del Sindacato dei giornalisti tunisini
Il Sindacato dei giornalisti tunisini (Snjt) ha espresso forte preoccupazione per la tendenza del sistema giudiziario tunisino a incriminare la libertà di espressione online e a perseguire giornalisti e conduttori dei media per contenuti critici sulle politiche pubbliche. In una nota, il sindacato ha denunciato la mancata applicazione del decreto 115 nel trattamento dei casi legati alla radiodiffusione e alla libertà di espressione, criticando a questo proposito “una politica penale che mira a limitare la libertà di espressione”.
L’impatto del trattamento giudiziario
Secondo l’Snjt, il trattamento giudiziario dei casi legati alla libertà di espressione genera un clima di tensione che consolida un discorso unilaterale che ostacola la pluralità e l’indipendenza dei media. Questa situazione, secondo il sindacato, colpisce anche i principi costituzionali che sanciscono i diritti e le libertà.
Solidarietà ai giornalisti condannati
Nel comunicato, l’Snjt ha espresso solidarietà ai giornalisti Bourhène Bssaies e Mourad Zghidi, condannati recentemente a un anno di reclusione ciascuno ai sensi dell’articolo 24 del decreto anti fake news. Il sindacato ha dichiarato la propria disponibilità a intraprendere tutte le azioni legali per difendere la libertà di stampa e la libertà di espressione, denunciando “leggi e normative antidemocratiche e incostituzionali come il decreto 54”.
Un allarme per la libertà di stampa
La situazione in Tunisia è preoccupante. La crescente pressione sul giornalismo e la libertà di espressione online minacciano la libertà di stampa e il diritto dei cittadini di accedere a informazioni accurate e indipendenti. È fondamentale che le autorità tunisine si impegnino a garantire la libertà di stampa e a proteggere i giornalisti dall’intimidazione e dalla persecuzione. La libertà di espressione è un pilastro fondamentale di una società democratica e deve essere tutelata in ogni circostanza.