Cabello assume il controllo dei militari al di fuori del ministero della Difesa
Il ministro dell’Interno venezuelano, Diosdado Cabello, uno dei personaggi più influenti nell’establishment del presidente Nicolás Maduro, sta consolidando il suo potere. Un documento ufficiale, datato 31 agosto, rivela che Cabello ha ordinato di porre sotto il suo comando tutti i militari che lavorano in enti statali al di fuori del ministero della Difesa.
La circolare, diffusa in queste ore, indica che Cabello ha trasmesso l’ordine a tutti i viceministri, ai direttori generali degli uffici e ad altri organi della pubblica amministrazione. Il documento recita: “Secondo un ordine del governo nazionale, tutti i militari che lavorano in enti statali diversi dal Ministero della Difesa devono essere messi al più presto agli ordini di questo ministero.”
Presenza militare diffusa nell’amministrazione statale
Non è chiaro quanti militari siano presenti nell’amministrazione statale venezuelana, ma la loro presenza è cospicua in diversi settori chiave. Tra i settori in cui i militari svolgono un ruolo significativo si annoverano la gestione dell’energia pubblica, le imprese minerarie e petrolifere, i servizi fiscali, i porti, gli aeroporti e le infrastrutture.
Questa centralizzazione del controllo militare sotto la direzione di Cabello potrebbe avere implicazioni significative per il futuro del Venezuela. La concentrazione di potere nelle mani di un singolo individuo, già considerato uno degli uomini più potenti del paese, potrebbe suscitare preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla democrazia.
Le implicazioni della centralizzazione del potere militare
La concentrazione di potere nelle mani di un singolo individuo, come Diosdado Cabello, solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla democrazia in Venezuela. È importante monitorare attentamente le conseguenze di questa mossa, in particolare in un contesto già segnato da tensioni politiche e sociali. La centralizzazione del controllo militare potrebbe portare a una maggiore opacità nelle decisioni e a una riduzione della partecipazione democratica.