“La stanza accanto”: un addio delicato e una riflessione sull’eutanasia
Pedro Almodovar ha presentato a Venezia 81 il suo nuovo film, “La stanza accanto”, un’opera che si discosta dal suo stile solito, con un tono più intimo e introspettivo. La storia racconta di Ingrid (Julianne Moore), una scrittrice che va a trovare la sua vecchia amica Martha (Tilda Swinton), una ex reporter di guerra affetta da un tumore terminale. Martha, con un’apertura commovente, confida a Ingrid il suo desiderio di porre fine alla sua sofferenza attraverso l’eutanasia, chiedendo all’amica di essere presente in quel momento.
Il film affronta il tema dell’eutanasia con delicatezza, mostrando il dolore e la difficoltà di una scelta così personale, ma anche la necessità di accompagnare chi decide di porre fine alla propria vita con dignità. Almodovar, in un’intervista, ha sottolineato l’importanza di una legge sull’eutanasia come quella esistente in Spagna, che permetta alle persone di scegliere come e quando morire.
“La stanza accanto”, tratto dal romanzo “Attraverso la vita” di Sigrid Nunez, è il primo film in inglese per il regista spagnolo. Oltre all’eutanasia, il film esplora la complessità della maternità e i legami di amicizia, con un’intensa interpretazione di Julianne Moore e Tilda Swinton.
“Vermiglio”: un viaggio nel passato e nelle emozioni di una famiglia
Maura Delpero, con “Vermiglio”, presenta un film che evoca l’atmosfera di un film di Ermanno Olmi, con un’attenzione per la natura, la comunità e le radici familiari. Ambientato in un piccolo paesino della Val di Sole nel 1944, il film racconta la storia di Lucia (Martina Schrinzi), la figlia del maestro Cesare (Tommaso Ragno), che si innamora di Pietro (Giuseppe De Domenico), un soldato disertore.
La storia di Lucia, che attende notizie dal suo amato, diventa un simbolo di un’attesa universale, che attraversa le epoche e le tecnologie. “Vermiglio” è un film che nasce da un’esperienza personale della regista, la morte del padre, e unisce il particolare al generale, il passato al presente, la guerra al ritrovamento della pace.
Un Festival ricco di incontri e premi
Il sesto giorno del Festival di Venezia ha visto anche la premiazione di Peter Weir con il Leone alla carriera per la sua brillante filmografia, che comprende film come “L’attimo fuggente”, “Picnic ad Hanging Rock” e “The Truman Show”. Il regista francese Claude Lelouch ha presentato fuori concorso il suo 51° film, “Finalement”, una riflessione sulla solitudine e il burnout.
Seydou Sarr, protagonista del film “Io Capitano” di Matteo Garrone, ha presentato il documentario “Seydou – Il sogno non ha colore”, che racconta la sua storia di giovane senegalese che sogna di diventare calciatore.
La bellezza della diversità
Il Festival di Venezia 81 dimostra ancora una volta la ricchezza e la diversità del cinema contemporaneo, offrendo un panorama di storie e di stili che si confrontano con temi universali. “La stanza accanto” e “Vermiglio”, pur con linguaggi e ambientazioni diverse, toccano corde profonde nell’animo dello spettatore, invitando alla riflessione e alla condivisione di emozioni. La bellezza della diversità, in questo caso, si traduce in un’esperienza cinematografica arricchente e stimolante.