La sentenza di appello
Sebastiano Cannella, l’operaio accusato di aver ucciso la moglie Marzia Bettino a Genova nel luglio 2022, ha visto la sua pena ridotta a 24 anni in appello. In primo grado, Cannella era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie, da cui si stava separando. La riduzione della pena è stata concordata con i giudici di secondo grado, dopo che l’uomo ha scritto una lettera in cui chiede perdono per quanto fatto.
Le motivazioni della riduzione di pena
Nella lettera, Cannella si è detto dispiaciuto per avere rovinato la vita ai figli e la propria. La riduzione della pena è stata motivata dalla richiesta di perdono e dal fatto che l’uomo ha riconosciuto la propria responsabilità nel delitto. Inoltre, durante il processo di appello, sono emersi nuovi elementi che hanno portato a una diversa valutazione del reato.
La ricostruzione dell’omicidio
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri, Cannella ha ucciso la moglie in una dependance di pertinenza della loro villetta usando una corda. In seguito, si è allontanato e ha iniziato a vagare per la Valpolcevera, prima di chiamare i carabinieri dalla stazione di Pontedecimo e confessare l’omicidio al telefono. Le indagini avevano inizialmente ipotizzato la premeditazione, a causa del nodo scorsoio presente sulla corda usata per l’omicidio. Tuttavia, questa ipotesi è stata successivamente esclusa dal pubblico ministero Federico Panichi, che nella requisitoria ha sostenuto che non vi erano prove a sostegno della premeditazione.
Il movente dell’omicidio
Secondo l’accusa, Cannella non avrebbe accettato né la separazione né il dover lasciare la casa di proprietà della moglie, che aveva contribuito a ristrutturare. La sua reazione alla separazione, motivata da un forte senso di possesso e dalla difficoltà di accettare la fine del matrimonio, ha portato al tragico epilogo.
Riflessioni sull’omicidio
L’omicidio di Marzia Bettino è un evento tragico che mette in luce la complessità dei rapporti interpersonali e le conseguenze devastanti della violenza domestica. La riduzione della pena a Cannella, pur tenendo conto della sua richiesta di perdono, solleva interrogativi sul peso della giustizia e sulla possibilità di redenzione per chi ha commesso un reato così grave. La vicenda ci ricorda l’importanza di affrontare le situazioni di conflitto con strumenti di dialogo e mediazione, per evitare che la rabbia e il dolore si trasformino in violenza incontrollabile.