La Cina stringe il nodo sulle esportazioni di minerali strategici
La Cina ha imposto restrizioni all’esportazione di germanio e gallio, due minerali essenziali per la produzione di semiconduttori e tecnologie militari, suscitando timori di carenze nella produzione occidentale di chip avanzati e hardware ottici. La decisione, annunciata dal Financial Times, è stata motivata da Pechino con la propria “sicurezza nazionale e i propri interessi”, a seguito dei controlli statunitensi sulle vendite di chip avanzati e attrezzature per la loro fabbricazione.
Il germanio e il gallio sono utilizzati nella produzione di chip avanzati, cavi in fibra ottica e visori notturni, e la Cina è il principale produttore mondiale di questi due minerali: detiene il 98% della produzione mondiale di gallio e il 60% di quella del germanio, secondo l’US Geological Survey.
Le restrizioni cinesi hanno già portato a un aumento dei prezzi dei due minerali: il prezzo del germanio è salito del 52% da giugno, raggiungendo i 2.280 dollari al chilogrammo in Cina, secondo il fornitore di dati Argus. Inoltre, l’approvazione di ogni spedizione di germanio e gallio può richiedere fino a 80 giorni, rendendo i contratti di fornitura a lungo termine non praticabili. Le richieste di esportazione devono specificare l’acquirente e l’uso finale dei minerali.
Un’escalation di misure protezionistiche
Le restrizioni su germanio e gallio si inseriscono in un contesto di crescente tensione commerciale tra Cina e Stati Uniti. Pechino ha anche annunciato restrizioni all’esportazione di antimonio, un minerale utilizzato nelle munizioni perforanti e nell’ottica di precisione. In precedenza, la Cina aveva già imposto rigidi controlli sulle esportazioni di grafite e tecnologie utilizzate nell’estrazione e separazione delle terre rare.
Queste misure protezionistiche rischiano di avere un impatto significativo sulle catene di approvvigionamento globali, in particolare per la produzione di chip avanzati, che sono fondamentali per una vasta gamma di settori, dall’elettronica di consumo all’industria automobilistica. L’aumento dei prezzi e i tempi di consegna più lunghi potrebbero portare a ritardi nella produzione e a un aumento dei costi per le aziende occidentali.
Le implicazioni per la sicurezza nazionale
Le restrizioni cinesi sui minerali strategici hanno anche implicazioni per la sicurezza nazionale. La dipendenza da un unico paese per l’approvvigionamento di materiali essenziali per la produzione di tecnologie militari rappresenta un rischio significativo per la sicurezza nazionale di molti paesi. Questa situazione potrebbe portare a un aumento della ricerca e dello sviluppo di alternative nazionali, ma il processo potrebbe richiedere tempo e risorse significative.
La crisi dei semiconduttori, che ha colpito l’industria tecnologica globale negli ultimi anni, è stata in parte causata da una serie di fattori, tra cui la crescente domanda di chip e le interruzioni delle catene di approvvigionamento. Le restrizioni cinesi sui minerali strategici potrebbero aggravare la situazione, rendendo ancora più difficile per le aziende occidentali ottenere i materiali necessari per la produzione di chip avanzati e altre tecnologie critiche.
Un’escalation pericolosa
Le restrizioni cinesi sui minerali strategici sono un’escalation pericolosa in un contesto già teso. La dipendenza da un unico paese per l’approvvigionamento di materiali critici è un rischio per la sicurezza nazionale e l’indipendenza tecnologica di molti paesi. È fondamentale che le nazioni occidentali si adoperino per diversificare le loro fonti di approvvigionamento e investire in ricerca e sviluppo per trovare alternative ai materiali strategici controllati dalla Cina.