Un decreto contro la trasparenza
Il governo argentino di Javier Milei ha preso una decisione che sta suscitando forti preoccupazioni tra le ONG e gli esperti di informazione. Con un nuovo decreto, il governo ha deciso di limitare e circoscrivere il diritto di accesso all’informazione pubblica, ponendo limiti rigidi al controllo della cittadinanza sull’operato dei funzionari dell’amministrazione e dell’esecutivo.
Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, afferma la necessità di “circoscrivere il concetto di informazione pubblica”, escludendo da questo “attività e informazioni attribuibili alla sfera privata”. Questo significa che una vasta gamma di informazioni, potenzialmente rilevanti per la trasparenza del governo, potrebbe essere nascosta al pubblico.
Inoltre, il decreto introduce l’obbligo per i richiedenti informazioni di agire “in buona fede”, pena il pagamento di indennizzi. Questo potrebbe scoraggiare i cittadini dall’esercitare il loro diritto di accesso all’informazione, temendo di incorrere in sanzioni ingiustificate.
Il testo del decreto impone anche un’interpretazione restrittiva della legge esistente, affermando che “non saranno intese come informazioni pubbliche quelle che contengono dati di carattere privato”. Questo significa che anche informazioni potenzialmente rilevanti per il pubblico, come i dati finanziari dei funzionari pubblici, potrebbero essere tenute nascoste.
Il decreto specifica inoltre che “è specialmente protetto il segreto finanziario”, confermando la volontà di limitare al massimo l’accesso a informazioni finanziarie relative ai funzionari pubblici.
Reazioni e preoccupazioni
L’iniziativa del governo ha suscitato immediate reazioni di preoccupazione da parte di ONG e specialisti dell’informazione. L’associazione di giornalisti Fopea (Foro periodismo argentino) ha avvertito che il decreto “implica un grave arretramento democratico poiché limita i dati che possono essere forniti scoraggiando la partecipazione dei cittadini agli affari di Stato e rendendo meno trasparente la gestione pubblica”.
Anche l’ONG Poder Ciudadano ha espresso preoccupazione, affermando che “siamo preoccupati per il recente decreto del Presidente che, invece di promuovere il diritto di accesso all’informazione pubblica sembra limitarlo modificando la definizione di cosa sia informazione pubblica”.
Le ONG e gli esperti di informazione temono che questo decreto possa portare a una maggiore opacità nel governo argentino, rendendo difficile per i cittadini controllare l’operato dei funzionari pubblici e partecipare al dibattito politico.
Un passo indietro per la trasparenza
La decisione del governo argentino di limitare l’accesso all’informazione pubblica è un passo indietro per la trasparenza e la democrazia. Il diritto di accesso all’informazione è fondamentale per una società democratica, in quanto permette ai cittadini di controllare l’operato dei funzionari pubblici e di partecipare al dibattito politico. Limitare questo diritto significa limitare la partecipazione dei cittadini alla vita politica e rendere più difficile il controllo sul potere.
È importante che le ONG e gli esperti di informazione continuino a monitorare la situazione e a denunciare eventuali violazioni del diritto di accesso all’informazione. È fondamentale che i cittadini siano informati sui diritti che hanno e che siano in grado di esercitare il loro diritto di accesso all’informazione in modo efficace.