La tragedia sull’Everest
Il corpo senza vita dell’alpinista keniano Joshua Cheruyiot Kirui, 40 anni, è stato trovato vicino alla vetta dell’Everest in Nepal. Lo ha annunciato oggi il dipartimento del turismo del Paese asiatico. La morte di Cheruyiot Kirui porta ad almeno tre il numero di morti in questa stagione alpinistica sulla montagna più alta del mondo e a 6 in tutto il Nepal.
L’ascesa di Kirui
Come riportato dal quotidiano Himalayan Times, l’esperto alpinista keniano aveva fatto perdere le sue coordinate quando era già oltre gli 8 mila metri d’altezza, a pochi metri dalla meta. Kirui stava tentando di diventare il primo africano a raggiungere la vetta dell’Everest senza ossigeno di supporto. La sua impresa avrebbe rappresentato un traguardo storico per l’alpinismo africano.
Un tributo a Kirui
La morte di Joshua Cheruyiot Kirui è una tragedia che colpisce il mondo dell’alpinismo. La sua audace sfida, la sua determinazione e il suo coraggio dovrebbero essere ricordati. La sua scomparsa è un monito sui rischi intrinseci che si celano nell’ascesa all’Everest, una montagna che ha sempre reclamato la vita di molti scalatori. La sua storia, però, non finisce qui: la sua determinazione e il suo spirito pionieristico continueranno ad ispirare le future generazioni di alpinisti africani.