Un’operazione contro lo spaccio in carcere
I carabinieri della compagnia di Velletri hanno portato a termine un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 33 persone, di cui 16 già detenute nel carcere di Velletri, per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine, condotta dai militari, ha svelato un sistema ben organizzato di spaccio all’interno della struttura carceraria, con un network di persone coinvolte sia all’interno che all’esterno del carcere.
Il modus operandi
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la droga, sia cocaina che hashish, veniva ordinata dai detenuti tramite cellulari, nonostante il divieto di possesso di questi dispositivi all’interno delle carceri. Le richieste venivano inoltrate a persone all’esterno, che si occupavano di reperire la droga e di organizzare il suo invio.
La droga veniva poi nascosta in pacchi destinati ai detenuti, inviati tramite spedizionieri. Una volta giunti all’interno del carcere, i pacchi venivano consegnati ai destinatari, che a loro volta rivendevano la droga anche ad altri detenuti.
Pagamenti con ricariche prepagate
I pagamenti per la droga venivano effettuati tramite ricariche su carte prepagate, da parte di familiari dei detenuti: figli, mogli, fidanzate, fratelli, nonni, zii e amici. Questo sistema di pagamento, difficile da tracciare, consentiva di mantenere segreta la transazione e di rendere più difficile l’individuazione dei responsabili.
Un’indagine complessa
L’operazione dei carabinieri è stata complessa e lunga, richiedendo un’attenta analisi di intercettazioni telefoniche, analisi dei movimenti finanziari e il monitoraggio delle attività sospette sia all’interno che all’esterno del carcere.
Le indagini hanno permesso di ricostruire vari episodi di spaccio all’interno del carcere di Velletri, mettendo in luce il sistema di organizzazione e le modalità di pagamento utilizzate.
Il problema dello spaccio in carcere
Lo spaccio di droga all’interno delle carceri è un problema grave e diffuso, che minaccia la sicurezza e l’ordine pubblico all’interno delle strutture carcerarie. Questo caso evidenzia la necessità di un costante controllo e di una maggiore attenzione alla prevenzione del contrabbando, con particolare attenzione ai sistemi di pagamento utilizzati dai detenuti e alle modalità di accesso alla droga. È fondamentale investire in risorse e tecnologie per contrastare l’ingresso di sostanze stupefacenti nelle carceri e per garantire la sicurezza dei detenuti e del personale carcerario.