Un’estate senza precedenti per i ghiacciai alpini
L’estate 2024 sta segnando un nuovo record negativo per i ghiacciai alpini. La stazione meteorologica più alta dell’Alto Adige, sull’Anticima Cima Libera in val Ridanna, a 3.400 metri di quota, ha registrato per la prima volta un agosto senza gelate dall’inizio delle misurazioni, 25 anni fa. Neanche di notte la temperatura è scesa sotto gli zero gradi.
Questa notizia si aggiunge alle altre arrivate dalla Marmolada, dal Monte Bianco, dal Monte Rosa e da altri ghiacciai dell’arco alpino, dove le temperature sono ben al di sopra dello zero. “Si tratta di una pessima notizia per i ghiacciai, visto che all’inizio dell’anno la situazione era ancora buona. A un inverno nevoso è seguita una primavera non troppo calda e anche giugno è stato instabile”, ricorda il meteorologo della provincia di Bolzano Dieter Peterlin.
La speranza di un periodo di respiro per i ghiacciai in sofferenza è stata bruscamente interrotta dall’ondata di caldo africano di agosto.
La crisi climatica si sta manifestando con una devastante intensità, senza che si intraveda un vaccino salva vita per i ghiacciai. Il 2024 è un’altra estate terribile per la salute della Marmolada, dove il termometro non è sceso sotto zero per oltre 50 giorni. L’ultimo dato con segno negativo, -0,9 gradi, è stato osservato a Punta Penia (3.343 metri) il 5 luglio scorso.
Anche il Monte Rosa sta perdendo i suoi ghiacciai. Il Flua, che nell’800 si estendeva su 80 ettari, si è estinto, ridotto a un insieme di rocce e detriti con qualche accumulo di neve. I ghiacciai limitrofi, delle Piode e il Sesia-Vigne, sono arretrati dagli anni ’80 di oltre 600 metri, con una risalita della quota minima frontale di oltre 100 metri. Il destino del Flua sarà quello che attende dal 2050 i ghiacciai alpini con quote massime al di sotto dei 3500 metri.
Il ghiacciaio dei Forni, il secondo più grande d’Italia, nel Parco nazionale dello Stelvio in Lombardia, ha perso quasi due metri di spessore nelle zone frontali dalla seconda settimana di luglio. La causa sono le temperature elevate, che da metà luglio non scendono sotto lo zero neppure di notte. Il tasso di fusione va dai 4 agli 8 centimetri al giorno a quota 2.600 metri, e prosegue giorno e notte senza interruzione.
La situazione non è migliore sul Monte Bianco, dove a metà agosto sono state registrate per la prima volta dall’inizio delle misurazioni 33 ore sopra lo zero ai 4.750 metri del Colle Major.
Un allarme preoccupante per il futuro dei ghiacciai
La Giornata della perdita del ghiacciaio, a metà agosto, segna il momento in cui la neve invernale sparisce e il ghiaccio inizia a sciogliersi. “Da allora, con queste temperature elevate, il ghiacciaio in Alto Adige perde circa 5 centimetri di ghiaccio al giorno. Poiché le temperature diventeranno ancora più calde nei prossimi decenni, è solo questione di tempo prima che i ghiacciai dell’Alto Adige scompaiano”, avverte Peterlin.
Il futuro dei ghiacciai alpini è incerto e minacciato dall’aumento delle temperature. Se il trend attuale continuerà, la scomparsa dei ghiacciai potrebbe diventare una realtà entro il 2050.
La situazione richiede un’azione urgente per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere questi preziosi ecosistemi. La riduzione delle emissioni di gas serra, la promozione di energie rinnovabili e l’adozione di misure di adattamento sono essenziali per preservare i ghiacciai e il loro ruolo fondamentale nell’equilibrio ambientale.
Un monito per il futuro
La situazione dei ghiacciai alpini è un monito per l’umanità. Il cambiamento climatico è una realtà che non possiamo più ignorare. Dobbiamo agire con urgenza e determinazione per mitigare gli effetti del riscaldamento globale e preservare il nostro pianeta per le generazioni future. La scomparsa dei ghiacciai avrebbe conseguenze devastanti per l’ambiente e per la società, con impatti sul ciclo idrologico, sulla biodiversità e sull’economia. È nostro dovere collettivo affrontare questa sfida e costruire un futuro sostenibile per tutti.