Il “cambio vita” come riflesso di un malessere diffuso
Il desiderio di “mollare tutto e cambiare vita” non è più un semplice sfogo da vacanza, ma un’esigenza profonda che riflette un malessere sempre più diffuso tra i lavoratori. Il post pandemia ha amplificato la consapevolezza di un bisogno di maggiore benessere e di una vita più autentica, con una ricerca di lavori più soddisfacenti, tempo libero e disconnessione.
Secondo un’analisi di Hays Italia e Serenis, quasi un lavoratore su dieci ha già pianificato il suo “cambio vita” e sarebbe pronto a farlo entro un anno. Un altro 25% ha intenzione di farlo in futuro, mentre la restante parte lo considera solo un sogno.
Questi numeri evidenziano un’insoddisfazione diffusa: quasi quattro lavoratori su dieci si ritengono insoddisfatti del proprio lavoro, mentre solo il 28% è pienamente appagato. Quasi sei su dieci pensano almeno una volta a settimana di cambiare radicalmente la propria vita.
Le motivazioni del cambiamento
Le motivazioni per questo desiderio di cambiamento sono molteplici e toccano diverse sfere della vita, non solo lavorativa.
La felicità è la principale motivazione, seguita dal desiderio di migliorare la qualità della vita, avere più tempo libero e ridurre lo stress.
Oltre a questi fattori, emergono motivazioni di tipo economico e personale: seguire le proprie passioni, ritrovare sé stessi, vivere a contatto con la natura e far crescere i figli in ambienti più sani.
Le barriere al cambiamento
Nonostante il desiderio di cambiare vita sia forte, la paura di fallire e di rimetterci a livello economico, insieme all’impatto sulla famiglia, sono le principali barriere che frenano gli italiani.
Le esperienze positive di amici e conoscenti che hanno già fatto il grande passo sono una fonte di ispirazione, con solo una piccola percentuale che si è pentita della scelta.
Dove e cosa fare
Se si immaginasse di cambiare vita, le città marittime e le isole sono le mete preferite, con la Sardegna e la Sicilia in testa alla classifica. Le Dolomiti, il Lago di Garda e la zona del Chianti in Toscana sono le località italiane più apprezzate.
I sogni di lavoro per il futuro? Aprire un’attività in proprio in un settore nuovo, un B&B o un agriturismo, lavorare in campagna o montagna, viaggiare tutto l’anno svolgendo lavori saltuari, diventare artista o influencer, o aprire un chiringuito.
L’identikit di chi vuole mollare tutto
Il profilo di chi desidera cambiare vita è tendenzialmente un uomo o una donna, di età compresa tra i 50 e i 64 anni, con un profilo professionale alto (C-level) ma che coinvolge anche i giovanissimi. Vive in comuni molto piccoli o medio grandi e lavora nelle grandi aziende.
Le aziende e il benessere dei dipendenti
Alessio Campi, People & Culture Director di HAYS Italia, suggerisce alle aziende di attivare punti di ascolto con i propri dipendenti per individuare le cause di insoddisfazione.
È importante investire nella qualità della vita dei dipendenti, adottando politiche per ridurre lo stress e offrendo benefit che garantiscano un buon equilibrio tra vita privata e lavoro.
Consigli per chi vuole cambiare vita
La Dott.ssa Martina Migliore, Direttrice della Formazione e psicoterapeuta di Serenis, sottolinea l’importanza di pianificare con cura il cambiamento, cercando il sostegno di amici e familiari.
È fondamentale essere consapevoli delle sfide emotive e psicologiche che un cambiamento radicale comporta e lavorare su sé stessi per sviluppare la necessaria resilienza.
Acquisire nuove competenze e conoscenze nel settore in cui si desidera entrare è un altro consiglio importante, così come adottare il nuovo stile di vita in modo graduale, con periodi di prova o progetti part-time.
Un’opportunità di riflessione per aziende e istituzioni
Il desiderio di cambiare vita non è solo un’esigenza personale, ma un segnale importante per aziende e istituzioni. Il malessere diffuso tra i lavoratori è un campanello d’allarme che richiede un’attenta riflessione sulle politiche lavorative e sulla qualità della vita. Le aziende devono investire nel benessere dei propri dipendenti, offrendo non solo un lavoro soddisfacente, ma anche un ambiente di lavoro che favorisca l’equilibrio tra vita privata e professionale. Le istituzioni, dal canto loro, devono lavorare per creare un contesto sociale che supporti le persone che desiderano cambiare vita, offrendo opportunità di formazione e di lavoro in settori nuovi e in crescita.