Un mercato in crescita ma con ombre
Il mercato automobilistico europeo registra una crescita contenuta, con le immatricolazioni in Unione Europea, Efta e Regno Unito che a luglio hanno raggiunto le 1.025.290 unità, segnando un aumento dello 0,4% rispetto allo stesso mese del 2023. Nei primi sette mesi del 2024, le vendite sono state di 7.906.191 auto, con un incremento del 3,9% rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente.
Nonostante la crescita complessiva, il mercato presenta alcune sfide. Le vendite di auto elettriche sono diminuite del 10,8% a 102.705 unità, rappresentando il 12,1% del mercato europeo, in calo rispetto al 13,5% dell’anno precedente. Al contrario, i veicoli ibridi elettrici hanno registrato un aumento della loro quota di mercato, passando dal 25,5% al 32%.
Tra i principali mercati europei, l’Italia ha registrato la crescita maggiore, con un +4,7%, seguita dalla Spagna (+3,4%) e dal Regno Unito (+2,5%). La Francia e la Germania hanno invece registrato un calo rispettivamente del -2,3% e del -2,1%. L’Italia, secondo l’Unrae, è tornata ad essere fanalino di coda per le auto elettriche, con una quota di mercato del solo 7,3%.
Stellantis, uno dei maggiori produttori automobilistici, ha registrato un calo delle immatricolazioni a luglio, con 152.830 auto vendute, il 4,8% in meno rispetto allo stesso mese del 2023. La quota di mercato è scesa dal 15,7% al 14,9%. Nei primi sette mesi dell’anno, le immatricolazioni del gruppo sono state 1.298.102, in calo dello 0,5% rispetto al periodo corrispondente del 2023, con una quota di mercato del 16,4% contro il 17,1% di un anno fa.
Le sfide del futuro
Il Centro Studi Promotor ha espresso preoccupazione per il futuro del mercato automobilistico europeo, sottolineando che non ci sono segnali di un rapido ritorno ai livelli pre-crisi, nonostante il recupero del prodotto interno lordo della Ue. Rispetto al 2019, le immatricolazioni in Ue, Efta e Regno Unito registrano a luglio un calo del 22,9% e nei sette mesi del 19%.
Il Csp attribuisce la crisi a diversi fattori, tra cui la forte crescita dei prezzi delle auto e la politica dell’Unione Europea per raggiungere l’obiettivo dell’abbandono delle vendite di auto con motori endotermici a partire dal 2035.
Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ha evidenziato la responsabilità della politica della Ue, che ha imposto pesanti investimenti all’industria automobilistica dell’area e ha determinato la necessità per gli Stati di sostenere la domanda di auto elettriche con incentivi di rilevante entità. Questa situazione ha favorito una forte penetrazione nel mercato dell’Ue di auto elettriche cinesi.
Quagliano ha anche criticato la scelta di imporre i dazi, ritenendola controproducente in quanto la Cina potrebbe rispondere con dazi pesanti per le importazioni di auto europee di media e alta gamma. Questo scenario, secondo Quagliano, potrebbe penalizzare l’industria dell’auto europea, che sta cercando di compensare le perdite accumulate per la transizione all’elettrico con l’esportazione di vetture di media e alta gamma.
Anche Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, ha espresso la necessità di chiarezza sulle politiche ambientali della Ue, che condizionano le strategie industriali e gli investimenti delle Case auto.
Un futuro incerto per l’industria automobilistica europea
Il mercato automobilistico europeo si trova ad affrontare un periodo di incertezza, con la crescita delle vendite che non riesce a nascondere le sfide poste dalla transizione verso l’elettrico e dalla crescente concorrenza cinese. Le politiche dell’Unione Europea, con l’obiettivo di abbandonare le vendite di auto con motori endotermici entro il 2035, hanno generato un contesto complesso per l’industria automobilistica, con investimenti pesanti e la necessità di incentivi per sostenere la domanda di auto elettriche.
La crescente penetrazione delle auto elettriche cinesi nel mercato europeo rappresenta un’ulteriore sfida per i produttori europei, che si trovano a competere con un mercato che sta rapidamente crescendo e che potrebbe rispondere con dazi alle importazioni di auto europee. La situazione è resa ancora più complessa dalla mancanza di chiarezza sulle politiche ambientali della Ue, che condizionano le strategie industriali e gli investimenti delle Case auto.
Il futuro del mercato automobilistico europeo è incerto, con la necessità di una maggiore chiarezza sulle politiche dell’Unione Europea e una maggiore attenzione alla sostenibilità e all’innovazione per affrontare le sfide poste dalla transizione verso l’elettrico e dalla crescente concorrenza globale.
Un futuro incerto per l’auto elettrica
L’incertezza che aleggia sul mercato automobilistico europeo è un chiaro segnale che la transizione verso l’elettrico non è così lineare come si pensava. L’aumento dei prezzi, la scarsa disponibilità di infrastrutture di ricarica e l’arrivo di concorrenti agguerriti come la Cina, pongono sfide significative per l’industria automobilistica europea. È fondamentale che l’Unione Europea definisca con chiarezza la sua strategia per la mobilità sostenibile, offrendo un quadro di riferimento stabile per gli investimenti e le scelte strategiche delle Case auto.