La repressione contro i pensionati
Il governo argentino guidato dal presidente Javier Milei, noto per le sue politiche ultraliberiste, ha dimostrato ancora una volta la sua intransigenza nei confronti delle proteste, usando la forza anche contro un gruppo di pensionati che si opponevano alla decisione di bloccare un aumento delle pensioni approvato dal Parlamento. Ieri pomeriggio, a Buenos Aires, circa un centinaio di anziani si sono radunati di fronte al palazzo del Congresso per protestare contro il veto presidenziale sulla riforma delle pensioni. La risposta del governo è stata immediata e brutale: la polizia ha caricato i manifestanti con manganelli e gas lacrimogeni, causando diversi feriti tra gli anziani.
“Ci hanno preso a manganellate e ci hanno spruzzato gas urticante, è stata una follia”, ha denunciato uno dei pensionati che ha partecipato alla protesta, organizzata dall’Unione dei lavoratori pensionati in lotta (Utjl).
La riforma delle pensioni e il veto presidenziale
La riforma delle pensioni approvata dal Parlamento la scorsa settimana prevedeva aggiornamenti automatici legati al livello di inflazione, oltre a un immediato incremento dell’8% per compensare il calo subito negli ultimi mesi. Il governo, in minoranza in entrambe le Camere, ha però contestato la riforma, sostenendo che mette in crisi l’obiettivo di equilibrio fiscale e che gli aumenti rappresentano un aggravio di spesa equivalente all’1,2% del Pil.
Il presidente Milei, in linea con la sua politica di austerità, ha anticipato che userà il suo diritto di veto contro la riforma. “L’equilibrio fiscale non è negoziabile”, ha dichiarato, sottolineando la sua determinazione a mantenere il controllo delle spese pubbliche.
Le conseguenze della repressione
La repressione contro i pensionati ha suscitato sdegno e preoccupazione in Argentina e all’estero. Critici del governo hanno denunciato la violenza gratuita e l’uso sproporzionato della forza contro un gruppo di persone pacifiche che esprimevano le loro legittime rivendicazioni. La vicenda ha sollevato dubbi sulla capacità del governo di gestire le proteste in modo democratico e pacifico, e ha acceso un dibattito sulla necessità di garantire i diritti fondamentali dei cittadini, anche di fronte a posizioni politiche diverse.
Un segnale preoccupante
La repressione contro i pensionati in Argentina è un segnale preoccupante che evidenzia la crescente intolleranza del governo nei confronti del dissenso. L’uso della forza contro persone anziane che protestavano pacificamente per i loro diritti è inaccettabile e dimostra una mancanza di rispetto per la dignità umana. È importante che la comunità internazionale si pronunci contro questa violenza e che le istituzioni democratiche in Argentina si attivino per garantire la libertà di espressione e il diritto di protesta.